Il Tirreno

Pontedera

Il lutto

Ponsacco, addio a Michele Guiducci, ex calciatore malato di Sla

di Andreas Quirici

	Michele Guiducci
Michele Guiducci

È scomparso all’età di 52 anni: la scoperta della malattia quando era padre da un anno. Lascia il figlio, la moglie Luciana, i genitori e la sorella Martina

27 aprile 2024
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PONSACCO. Per chi lo ha conosciuto è un pugno nello stomaco. Morire a 52 anni a causa di una malattia degenerativa contro cui combatteva da anni. Perché chi ha avuto a che fare con Michele Guiducci quando era nel pieno delle forze non può che restare senza parole davanti a quello che gli è capitato.

Dodici anni fa, dopo una vita passata sui campi di calcio della zona, gli è stata diagnosticata la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. In quel periodo era padre da un anno, sposato con la moglie Luciana e abitava a Capannoli. Poi, la malattia ha preso il sopravvento e, per necessità logistiche, la famiglia si è trasferita nel suo luogo d’origine, Ponsacco. E qui oggi, nella chiesa di San Giovanni Evangelista, è stato celebrato il funerale dopo l’esposizione della salma nella cappella mortuaria della Pubblica assistenza.

Un vuoto incolmabile per la moglie, il figlio, i genitori e la sorella Martina. Una perdita per le tante persone che lo conoscevano e che lo ricordano come un ragazzo tranquillo e sereno, serio, affidabile e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Come sui campi di calcio, dove si era fatto apprezzare per le sue doti atletiche e la voglia di sacrificarsi in nome della squadra. Aveva giocato nelle giovanili della Bellaria, ma anche nella prima squadra del Forcoli. Era un attaccante generoso e dotato di una buona tecnica. Ma soprattutto era un giocatore affidabile, al quale gli allenatori e i compagni volevano davvero bene.

Così come gliene volevano i tanti amici che aveva tra Ponsacco e Pontedera. E che non lo vedevano da tempo, proprio a causa della terribile malattia che, nel corso del tempo, ha colpito tanti calciatori famosi, costringendoli all’immobilità pressoché totale. Tra i più celebri l’attaccante di Milan e Fiorentina, Stefano Borgonovo, e il difensore di Genoa e Pisa, Gianluca Signorini.

Un calvario a cui Michele ha cercato di sopperire con la voglia di non mollare, di restare aggrappato alla vita, aiutato dalla tecnologia con cui riusciva a dialogare con gli altri senza però, purtroppo, riuscire a fare fisicamente quello a cui era abituato. 

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