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La protesta

Maxi impianto per l’energia da 53 milioni, paese della Valdera si ribella. Cos’è il Bess, per gli abitanti «un mostro delle colline»

di Francesco Paletti
Maxi impianto per l’energia da 53 milioni, paese della Valdera si ribella. Cos’è il Bess, per gli abitanti «un mostro delle colline»

Previsti 56 container e una stazione elettrica: nel mirino del comitato l’impatto paesaggistico. Ma si potranno fermare i lavori?

22 marzo 2024
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FAUGLIA. Si chiama Bess, un acronimo che sta per Better energy storage system, ossia miglioramento del sistema di accumulo di energie. Ma i cittadini che abitano lì vicino e che si sono costituiti in un Comitato, lo hanno già ribattezzato: per loro è “Il mostro delle colline”.

Nascerà ad Acciaiolo nel comune di Fauglia, precisamente in via Postignano. Un maxi-investimento da 53 milioni di euro cofinanziato dal Pnrr, per installare 560 batterie (che immagazzinano e distribuiscono l’energia che arriva da impianti fotovoltaici del territorio) in 56 diversi container, 14 cabine impianto e una stazione elettrica su 18mila metri quadri di terreno agricolo adagiati su una porzione di collina. Pagati per di più a peso d’oro. O, per essere più precisi, «a un prezzo di dieci volte superiore al valore di mercato» spiega Ranieri Mileo, uno dei componenti del neonato comitato.

«Qui per un ettaro di terra infatti, si arriva al massimo a 10mila euro anche perché siamo in collina e il terreno è argilloso, non semplice da coltivare neppure con i mezzi agricoli – continua -: quei 18mila metri quadri, invece, sono stati venduti a 200mila euro». Non inquina il Bess, quello no: ma l’impatto paesaggistico in una zona collinare e agricola è difficile da negare. «Aggiunga il fatto che per posizionarli dovranno sbancare la collina e poi dovranno realizzare la linea di collegamento interrata che collega quell’impianto alla centrale elettrica di Acciaiolo» riprende Mileo.

Non lo vogliono “il mostro” accanto a casa i cittadini di via di Postignano: «E non certo perché siamo contrari ad impianti di questo tipo, ma doveva essere individuata un’altra collocazione».

La pensa esattamente nello stesso anche il sindaco Alberto Lenzi. Nel suo doppio ruolo: di primo cittadino ovviamente, ma anche di residente di via Postignano. Sì, perché vicino al mostro c’è anche casa sua. «Lo avessi saputo – dice- avrei sicuramente espresso parere negativo anche se non sarebbe cambiato assolutamente nulla perché il nostro parere non è vincolante: nulla in contrario se fosse stato realizzato, ad esempio, nei terreni accanto alla centrale di Acciaiolo. Ma lì no, quella collocazione non la condivido».

È proprio qui, però, che le strade del Comitato e del sindaco i dividono e la situazione assume contorni quasi grotteschi. Perché il Comune di Fauglia quasi un anno fa ha espresso parere positivo, sia pure chiedendo alcune prescrizioni. C’è scritto nella delibera con cui la Regione, il 13 novembre scorso, ha dato il suo via libera all’operazione e nell’atto con cui il dipartimento per l’energia del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha autorizzato il progetto il 14 giugno 2023. Quest’ultimo è quello con cui l’amministrazione faugliese ha dato sì il suo assenso, ma chiedendo tre prescrizioni: la piantumazione di alberature per mitigare l’impatto ambientale, la realizzazione di indagini geologiche, idrauliche e sismiche e la richiesta di misure compensative. È stata accolta solo la prima, le altre due respinte specificando per l’ultima che «eventuali misure compensative sono da ritenersi estranee al procedimento autorizzativo».

«Quei pareri ci sono – sottolinea al riguardo Lenzi – ma sono stati dati dal responsabile dell’ufficio tecnico competente e beninteso nel pieno assolvimento delle sue funzioni dato che, in casi in cui il parere non assume valenza vincolante, può agire in piena autonomia, ma né io come sindaco, né i componenti della giunta e il segretario comunale hanno mai saputo nulla di questo progetto fino a qualche settimana fa, quando abbiamo convocato i cittadini: ho fatto anche verificare e non c’è stata nessuna comunicazione relativa a questo progetto nei miei confronti e degli assessori. Altri, però, sicuramente sapevano da tempo. Chi? Penso a chi ha venduto i terreni». «Insomma l’amministrazione comunale avrebbe detto di sì ad insaputa del sindaco? Se anche fosse, a me pare paradossale e non meno grave – replica Mileo Ranieri – : guardi, tanti di noi, compreso il sottoscritto, Alberto Lenzi lo hanno anche votato: lo consideravamo un buonissimo amministratore e anche quasi un vicino di casa e ci dispiace delle strumentalizzazioni politiche che si stanno facendo su questa vicenda legate all’imminenza delle amministrative. Ma, adesso ci sentiamo come quello a cui hanno dato un cazzotto e non ha ancora capito da che parte gli è arrivato».

Perché tornare indietro, o modificare qualcosa, ora è maledettamente complicato dato che l’autorizzazione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale: entro massimo un anno partiranno i lavori, nei 18 mesi successivi dovranno essere completati.

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