Il Tirreno

Pontedera

La decisione

Pontedera, dalla denuncia all’addio al lavoro in Comune: «Lascio dopo 22 anni, stavo male»

di Paola Silvi

	Nicola Bernardeschi
Nicola Bernardeschi

Il geometra della manutenzioni Nicola Bernardeschi: «Potrei tornare se cambiano le cose»

01 dicembre 2023
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PONTEDERA. Ha timbrato ed è uscito da Palazzo Stefanelli stringendo fra le mani la sua scatola di ricordi. Alcuni disegni dei figli, qualche foto, un porta matite con inciso il suo nome e oggetti che testimoniano i suoi 22 anni passati in Comune. Ieri (giovedì 30) è stato l’ultimo giorno di lavoro di Nicola Bernardeschi, il geometra dipendente dell’amministrazione pontederese che alla fine di settembre aveva consegnato la lettera di dimissioni nella quale, per spiegare i motivi e le cause che l’avevano spinto a maturare quella decisione, si era riferito anche a fatti, come quello dello smaltimento in maniera illecita delle terre di esumazione cimiteriali, che potrebbero profilare ipotesi di reato.

Tanto che sia il sindaco Matteo Franconi che il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Bagnoli presentarono quasi contemporaneamente un esposto alla procura della Repubblica. La vicenda di queste terre che invece di essere trattate come rifiuti speciali e di essere portate in discarica, sarebbero state sparse in altre aree private della zona, aveva alzato insomma un bel polverone.

Ma Bernardeschi non si pente della sua scelta. «Non è stato facile – ripercorre le tappe – presentare le mie dimissioni. Dopo oltre due decenni in cui sono stato al servizio del Comune e anche rappresentante sindacale della Cgil è stata una mossa sofferta. Me ne sono andato perché non ce la facevo più. L’atmosfera, soprattutto per un senso civico personale era diventata insostenibile. Dalla gestione delle manutenzioni, di cui ho avuto il ruolo di coordinatore, con scarse risorse economiche e umane allo stress e alle pressioni durante la vicenda della Strada di Patto, fino alle questioni legate alle terre di esumazione che risalgono però nello specifico al biennio 2014-2015».

Episodi questi portati ad esempio per motivare la mossa di lasciare il posto fisso. «Ma non ho mai avuto nessuna intenzione – riconferma il pontederese – di sporgere denunce e divulgare ai quattro venti queste mie considerazioni personali che ho esposto riferendomi alla mia condizione lavorativa e che ho indirizzato ai soggetti interessati e deputati ad accogliere le dimissioni. Il resto e le procedure poi attivate non sono dipese da me».

Così, al netto dei risvolti della storia, è la malinconia del distacco, lo strappo finale che Bernardeschi sente in questo momento. «Saluto un impiego che ho svolto con passione per molti anni, colleghi a cui ho voluto bene e che stimo. E chiudo una parentesi lunga che mi ha visto entrare in Municipio poco più che ragazzo e uscirne da adulto con prospettive non certo rosee. Non mi aspetta infatti – continua – un futuro dorato. Dedicherò il mese di dicembre a riflettere e a scaricare la tensione accumulata. Poi cercherò di concretizzare alcune proposte e trovare un nuovo lavoro».

Guarda avanti il geometra cinquantenne, con la consapevolezza però che il tempo rimargina le ferite, leviga le incomprensioni e smorza i toni. «Non escludo – conclude – di far domanda, qualora cambiassero le cose e le situazioni in Comune, per rientrare. Come vincitore di concorso pubblico ho cinque anni per chiedere il reintegro ed è a discrezione dell’ente pubblico accogliere o meno la richiesta».


 

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