L'analisi
Pontedera, emergenza medici di famiglia in otto frazioni: crescono i pazienti pendolari
Solo per il bando de Il Romito è stata presentata la domanda: «Nessuno sarà abbandonato»
PONTEDERA. Emergenza medici di famiglia nelle frazioni. Il primo dicembre, nell’ambito territoriale di Pontedera, con l’obbligo di fissare delle giornate di ambulatorio a Il Romito, prenderà servizio come medico di famiglia il dottor Francesco Monardo. Ma per il momento questo è l’unico incarico assegnato rispetto alle altre nove posizioni in ballo bandite dalla Regione che riguardano le zone carenti, quelle aree in periferia e nell’entroterra dove spesso persistono delle criticità a trovare medici di medicina generale. Che, tranne per il caso della frazione pontederese, sembrano in via d’estinzione.
Il Romito raddoppia
Intanto l’arrivo del dottor Monardo chiude il percorso iniziato più di un anno fa quando il trasferimento di due medici fuori dai confini romitesi mandò in subbuglio centinaia di famiglie. Mesi di incontri e riflessioni per scongiurare l’epilogo di un presidio ritenuto di massima importanza per gli oltre 1200 residenti. In campo, alla ricerca di soluzioni, in tanti si impegnarono e si dettero da fare. Dalla consulta che attivò assemblee e sondò a tappeto la disponibilità degli altri medici già presenti a Pontedera, al sindaco Matteo Franconi, in qualità di presidente della Società della Salute Valdera Valdicecina che accolse la proposta, sostenuta pure dal Pd, di vincolare un bando di concorso, garantendo che il prossimo dottore che fosse entrato di ruolo, avrebbe aperto un ambulatorio anche in frazione. Ad aprile poi Il Romito accolse con gioia la decisione del dottor Alessio Lambardi di spostare qui per una mattina e un pomeriggio alla settimana i suoi ambulatori, mantenendo gli altri giorni allo studio pontederese. Ma ecco, fra poco meno di due settimane, il secondo step e il secondo medico, come stabilito dal bando. Che trasforma la preoccupazione di non poter mantenere, soprattutto per le necessità degli anziani, il diritto a un servizio di cura essenziale, in un’abbondanza di professionisti a disposizione.
Le reazioni
«Già allora però sapevamo – conferma il presidente del circolo Arci Fabio D’Erasmo che fu tra i protagonisti della questione, a fianco dei cittadini – che la strada maestra rimaneva quella indicata dalla Asl, con il bando emesso sulla base della zona considerata carente». Così non solo l’obiettivo è stato raggiunto ma ci sarà anche l’imbarazzo della scelta. «L’incarico del dottor Monardo – tira le fila Franconi – certifica la conclusione di un procedimento avviato, implementa un servizio e una responsabilità. Abbiamo mantenuto la parola e la promessa fatta a suo tempo agli abitanti».
Pazienti pendolari
La storia de Il Romito però è lo specchio di un problema comune a diverse realtà. Perché se in frazione possono tirare un sospiro di sollievo, in altri paesi della provincia di Pisa crescono i pazienti pendolari che per farsi prescrivere un farmaco o magari ottenere un semplice certificato devono prendere la macchina e raggiungere gli ambulatori in località diverse da quelle in cui vivono. I finali insomma, a giudicare dalle partecipazioni ai bandi proposti dalla Regione ad aprile, non sempre sono positivi.
La mappa
La Società della Salute , tra le sue necessità, oltre all’ambito di Pontedera-Il Romito, aveva inserito due posti per la zona di La Rosa, due per Pomarance e Castelnuovo Valdicecina, altrettanti per Bientina e uno per Casciana Terme.
Ma ad accogliere l’invito rispetto alle disponibilità indicate, per ora, è stato solo il dottor Monardo. E la sensazione è che alcune problematiche restino tali, almeno in queste aree chiamate carenti. Una fotografia che indica i posti in cui non c’è un medico di famiglia e che innesca una riflessione anche sulla continuità assistenziale perché stanno rimanendo scoperti pure i distretti di guardia medica. Ruoli mancanti che rimangono assenti, nonostante i concorsi banditi stiano per scadere a brevissimo.
«Occorre però specificare – spiega la direttrice della Società della Salute Patrizia Salvadori – che un medico per contratto può curare 1500 pazienti arrivando, in base alle ultime disposizioni su base volontaria anche a 1800. Questo significa che se, da una parte è difficile avere una copertura capillare costante di ogni area e non ci sono evidentemente medici che partecipano ai bandi, dall’altra l’assistenza è assicurata perché grazie alla disponibilità di quelli che esercitano attualmente nessuno resta senza dottore».
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