Morto a 17 anni nel casolare crollato, l’urlo straziante del nonno: «Fatemi vedere Mattia»
Calcinaia, il figlio trattiene l’anziano che vuole avvicinarsi al corpo del ragazzo. Lacrime e disperazione tra gli amici e i loro genitori sfiorati dalla tragedia
PISA. «Lo voglio vedere, fatemelo vedere». La voce che diventa grido del nonno di Mattia rompe il silenzio di una campagna segnata a lutto.
L’anziano è a pochi metri dal corpo senza vita del nipote chiuso in un sacco nei paraggi delle macerie che lo hanno travolto e ucciso. Manuel lo blocca e gli spiega che non è possibile. Il dolore si fa strazio per una famiglia colpita da una tragedia che è il terrore di ogni genitore, sopravvivere ai propri figli.
I Simonetti arrivano in via delle Case Bianche 9 all’esterno del casolare dopo essere stati chiamati per un incidente avvenuto nel pomeriggio. In quella catapecchia c’erano i loro due figli. Due maschi. Mattia e il fratello più piccolo di un paio d’anni. Lui si è salvato, testimone involontario della morte del compagno di giochi e svaghi. Doveva essere un pomeriggio di divertimento in quell’immobile enorme e vuoto in disuso da parecchi anni. È una proprietà privata e i cartelli lo ricordano. Così come sono visibili le avvertenze dei pericoli. “Edificio pericolanti, non avvicinarsi” recita l’avviso esposto al muro esterno che guarda su quella che era l’aia della famiglia di contadini che viveva nell’immobile.
«Vediamo spesso dei ragazzi che a piedi raggiungono il casolare» spiegano alcuni residenti che si avvicinano al luogo dell’incidente mortale.
Un’abitudine coltivata nel tempo come rifugio silenzioso, lontano dal traffico e dove si arriva a piedi. Non c’è tracci di bici o motorini.
Quando i genitori di Mattia arrivano con la morte nel cuore e i volti che non possono essere guardati tanto è lo sgomento che trasmettono, l’atmosfera si carica di ulteriore turbamento. Manuel alza le mani, impreca. Un figlio morto, uno sopravvissuto per un gioco da trasformare in un video. Le parole si perdono nelle lacrime.
Ci sono i pianti anche degli altri genitori. Ma sono diversi. Sono quelli di chi ha temuto di dover piangere un figlio. E, invece, lo abbraccia, lo stringe a sé per essere sicuro che sia vivo e ringrazia Dio di quella sorte che glielo ha fatto tenere in vita. Per i rimbrotti sul perché fossero in quel casolare con un piccone ci sarà tempo. Intanto i carabinieri svolgono i loro accertamenti alla presenza del comandante della Compagnia di Compagnia, il tenente colonnello Carmine Gesualdo.
La notizia della morte di Mattia ha attraversato la Valdera in poche ore non solo perché a 17 anni si fa parte di un mondo connesso che vibra tra chat e social.
È il nome del padre ad ampliare il raggio della disperazione. Manuel Simonetti ha giocato nelle giovanili del Pisa e anche in prima squadra dopo il fallimento del 1994. Poi diversi anni in serie C a Viareggio, Cecina e Sarzana. Infine, dal campo alla panchina. Ora allena il Ponsacco in Prima categoria.