In cinquecento al flash mob di Terricciola per dire no all'amianto nella discarica di Chianni
In silenzio e vestiti di bianco, i manifestanti hanno inscenato una protesta nei confronti della giunta regionale che ha deciso il conferimento del materiale pericoloso alla Grillaia
TERRICCIOLA. Ha sfondato il muro dei 500 iscritti. Una vera invasione di uomini, donne e bambini uniti per dire no alla riapertura della discarica della Grillaia a Chianni. Due file di persone con la mascherina davanti alla bocca, in silenzio. A riempire tutto il pese della vicina Terricciola, da cui è scoppiata la protesta nei confronti della decisione da parte della Regione di riaprire il sito per stoccare amianto. Manifestanti in silenzio, sabato 6 giugno, ma con un messaggio chiaro e forte alle istituzioni: "Ci avete tradito, riaprendo una cicatrice che sembrava chiusa 22 anni fa".
Un territorio che dice no all'amianto, lo fa con i sindaci di Chianni, Terricciola e Lajatico in prima fila. E una lunga serie di associazioni e istituzioni che si oppongono a un altro ente. Quella giunta della Regione Toscana che, come ha detto il sindaco di Terricciola Mirko Bini, "ha messo davanti i tecnici alla politica".
Nella carica dei 500 vestiti di bianco ci sono persone di ogni età. Persone che la battaglia contro la discarica la portano avanti addirittura dal 1986, quando le prime proteste per la discarica di Chianni incendiarono la provincia di Pisa con tantissime manifestazioni per dire no al conferimento dei rifiuti in una zona di grande pregio naturalistico, enogastronomico e turistico.
Il flash mob è durato 15 minuti. Tutte le persone in silenzio, a parlare solo il sindaco Mirko Bini a presentare tutte le mozioni che chiedono il ritiro della delibera di giunta. E auspicando una soluzione pubblica per "scongiurare una paura e una sofferenza che arriva dal passato".