Il Tirreno

Pontedera

Sangue col drone, all’ospedale Lotti la prima mondiale del volo in remoto

di Andreas Quirici
Giuseppe Tortora e Andrea Cannas col drone che trasporta sangue
Giuseppe Tortora e Andrea Cannas col drone che trasporta sangue

Pontedera: nella mattina del 21 ottobre ci sarà l’attesa dimostrazione. Il trasporto degli emoderivati sarà pilotato da personale sanitario

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PONTEDERA. Un volo in remoto del drone che porta il sangue. Una prima mondiale per un dispositivo che, al momento, non ha uguali per il livello di performance raggiunte. E sarà fatta a Pontedera, domenica 21 ottobre. Una dimostrazione di quanto sia forte il legame tra la AbZero, la spin-off della Scuola superiore Sant’Anna che sta realizzando il drone, il centro trasfusionale dell’ospedale Lotti e il Comune di Pontedera. «Lavoriamo all’Istituto di biorobotica – spiega Giuseppe Tortora, responsabile dell’AbZero insieme ad Andrea Cannas – Era logico che la prima assoluta del volo in remoto fosse fatta a Pontedera».

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PROGETTO PONTEDERESE La città della Vespa, tra l’altro, ha collaborato in maniera concreta alla sperimentazione del drone che si promette di rivoluzionare il sistema di trasferimento del sangue. Il dottor Fabrizio Niglio, responsabile del centro trasfusionale di Pontedera e di quello di Volterra, ha presentato il progetto al convegno nazionale di studi di medicina trasfusionale che si è svolto nel mese di maggio a Genova. Ed è stato tra i primi a credere nell’operazione. Tanto da studiare il modo per realizzare nel “suo” ospedale il primo volo in remoto.

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SUPER LOGISTICA Per la domenica in cui è in programma la “prima mondiale” c’è stato un grosso lavoro organizzativo. Prima di tutto, la richiesta di volo presentata all’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) che ha concesso le autorizzazioni. Ma si è trattato anche di programmare la chiusura delle strade tra l’ospedale di Pontedera e la rotonda dei cimiteri per alcune ore, considerato che il drone volerà proprio in quella zona. E ci sarà anche la delimitazione di una sorta di “eliporto”.

CONTROLLO IN REMOTO Perché un conto è vederlo volare con un operatore che lo guida in maniera diretta, com’è stato fatto finora (compresa la prova fatta all’Internet Festival di Pisa ieri pomeriggio). Un conto, invece, è che personale sanitario imposti le coordinate del viaggio in autonomia, controllando in remoto che non ci siano intoppi nel tragitto aereo del dispositivo. Domenica 21 ottobre avverrà proprio questo: la simulazione di un trasporto di sangue vero che partirà dall’ospedale di Pontedera e, dopo una rotta prestabilita, tornerà al Lotti. Un’operazione affidata al personale del centro trasfusionale che, se tutto andrà bene, presto avrà a disposizione anche questo sistema per trasferire sacche di sangue e di plasma in altri ospedali.

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TEMPI DI ATTESA RIDOTTI Il vantaggio di questo strumento è proprio quello di poter inviare o ricevere sangue in poco tempo e con costi relativi. «Può essere considerata una sorta di rivoluzione – sottolinea Niglio – perché offre agli operatori sanitari un vantaggio importante, quello di ridurre i tempi di attesa per ricevere sangue in momenti particolari, come quello delle emergenze in sala operatoria. Il nostro appoggio al progetto è stato immediato e speriamo di poterlo vedere presto in attività anche per l’ospedale Lotti».

AGEVOLARE LE SINERGIE Non secondario il ruolo del Comune di Pontedera, ente che ha lavorato sodo per appoggiare i due ricercatori originari del Molise. «Per noi è un vanto – spiega la vicesindaca Angela Pirri – ma anche un’opportunità. Il fatto che l’ospedale della nostra città sia partecipe di questo progetto vuol dire che l’integrazione tra le varie anime di Pontedera funziona. E l’amministrazione comunale non può che agevolare queste sinergie».

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