Ex studente di ingegneria diventa sacerdote
Marco Billeri sarà ordinato dal vescovo Andrea Migliavacca. Domenica 2 ottobre cerimonia nella Cattedrale di San Miniato.
SAN MINIATO. Domenica speciale quella del 2 ottobre nella cattedrale di San Miniato. Sarà, infatti, il giorno in cui il vescovo Andrea Migliavacca ordinerà sacerdote Marco Billeri, 32enne di Santa Maria a Monte, ex studente di ingegneria informatica che sette anni fa ha deciso di entrare in seminario per intraprendere il cammino della fede. È il secondo prete originario di Santa Maria a Monte in poco tempo. Alla fine del 2014, infatti, divenne sacerdote don Tommaso Botti che è diventato parroco di Lari di recente.
«Il sentimento è quello di gratitudine di poter celebrare l'ordinazione di un nuovo prete, per me il primo - ha detto monsignor Migliavacca - Poi don Marco per me è stato anche il primo diacono che ho ordinato e quindi diventa occasione per esprimere gratitudine al Signore insieme a don Marco e insieme a tutta la nostra chiesa per il dono della vocazione e dei preti. Poi c'è la percezione di un dono grande che ci sovrasta, che va oltre le nostra capacità umane. Quindi essere trasmissione di questo dono del Signore è davvero è un'espressione molto bella. Don Marco in questi mesi come diacono mi ha spesso accompagnato, aiutato nel ministero nelle parrocchie e abbiamo avuto modo durante l'anno di conoscerci e di apprezzare il suo servizio».
Negli ultimi tempi, Billeri ha prestato servizio a Santa Croce sull’Arno. E dopo la cerimonia di domenica andrà a Roma per proseguire gli studi al Pontificio seminario lombardo. Per Migliavacca sarà un’occasione importante, a pochi giorni dal 5 ottobre, quando ricorrerà un anno dalla nomina di vescovo di San Miniato.
«Questi mesi sono stati caratterizzati dall'avventura della scoperta - ha spiegato il vescovo che entro Natale invierà la prima lettera pastorale alla chiesa di San Miniato - La conoscenza dei preti, l'incontro con loro prima di tutto e poi con le diverse comunità parrocchiali e l'incontro con tanti laici, associazioni, movimenti che davvero mi hanno dato l'impressione di una comunità ricca e viva. Per questo motivo dicevo che questo è uno degli aspetti su cui lavorare un po' nell'anno nuovo. Poi è stata anche un'avventura di conoscenza di questo territorio così bello in Toscana, che aiuta ad apprezzare il dono della creazione e a sentire quanto ne siamo responsabili. Infine è stato un tempo in cui, sempre con maggiore consapevolezza, si prende coscienza della responsabilità dell'essere vescovo e quindi l'importanza di riflettere, confrontarsi, ricercare una sinodalità per compiere le scelte giuste per camminare insieme».