L’annuncio
Una "tata" per il nostro cuore
Paola Silvi
23 settembre 2010
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Misura i battiti del cuore e la temperatura. Controlla la posizione del corpo e trasmette i dati raccolti in tempo reale ad un centro d'ascolto che potrà fornire l'assistenza del caso. Sembra una cintura ed è stata battezzata Tata, Tele-AssisTenzA. Si tratta del progetto pilota, nato da una proposta tecnica di Win, azienda spin off della Scuola Sant'Anna e sarà sperimentato all'ospedale Lotti.
I test partiranno tra un paio di mesi su pazienti affetti da malattie croniche. Ma la fascia elastica intelligente è già qua. Per il momento è fatta di cavi e sensori. Ha la forma di una piccola scatola collegata al corpo umano con elettrodi ma i ricercatori pensano di ridimensionarla ancora di più. «Perché il principio base che ci spinge - spiega Antonio Mazzeo, presidente della Win - è quello di rendere il sistema il meno invasivo possibile. Di solito, l'interfaccia poco amichevole scoraggia l'utente che tende a diffidare dello strumento». Di fatto invece Tata racchiude tutte le caratteristiche di attenzione, monitoraggio e verifica che dovrebbe avere una badante, un'assistente in carne ed ossa. Con peculiarità aggiuntive che la rendono facilmente maneggevole e utilizzabile. «Il sistema studiato - continua Mazzeo - è modulare e riconfigurabile. E' flessibile insomma e si basa sul modello della Lego. Come i mattoncini delle costruzioni, i diversi dispositivi di misurazione si possono togliere o collegare, secondo i bisogni del paziente». Il fondamento tecnologico, il blocco centrale rimane sempre lo stesso mentre si possono cambiare i tasselli di riferimento, adattabili alle esigenze contingenti. Regni dell'impossibile che diventa possibile e scoperte dell'immaginario che vanno incontro al mondo della salute e del benessere. Se fino ad oggi le tecniche di monitaraggio presenti sul mercato rilevavano un solo parametro alla volta ed erano fastidiose ed ingombranti, la cintura del futuro, potrà essere usata da tutti e in qualsiasi luogo. All'ospedale ma anche a casa propria. Attraverso la rete wireless, il medico di riferimento disporrà immediatamente dei dati del malato. E qualora il sistema registrasse una sitazione d'allarme, l'inervento sarebbe puntuale. Senza bisogno nemmeno di premere un bottone.
E' Tata ad inviare il segnale. E in questa tempestività e duttilità sta il vero vantaggio. «Le persone potranno tenere sotto osservazione la loro temperatura e la frequenza cardiatica in ogni momento. Che tradotto - specifica Maria Teresa de Lauretis, direttore dell'Asl5 - significa miglior organizzazione e sviluppo degli aspetti sanitari». In primis perché i tempi di ospedalizzazione potranno essere ridotti. Ma non solo. «Grazie a queste verifiche continue - aggiunge De Lauretis - i pazienti potranno essere spostati da reparti a costo elevato come la terapia intensiva a quelli a costo più basso come la medicina. Ci sarà un risparmio economico ma anche uno professionale. Gli infermieri, sgravati da compiti di rilevazione quotidiana, avranno un tempo maggiore da dedicare ad azioni di altro valore». Ora che i sensori sono stati registrati e il prototipo verificato, per la medicina, la bioingegneria e l'informatica applicata si apre una nuova era. «E' un onore per il nostro ospedale - conferma l'orgoglio e l'ottismo dell'equipe di ricerca Orlando Goletti, primario di chirurgia del Lotti - essere il laboratorio naturale delle sperimentazioni del Sant'Anna. Si prospettano occasioni di crescita eccezionali. A Pontedera siamo proiettati nel futuro, avanti, rispetto ad altre realtà nazionali, di almeno 5 anni». Il prossimo passo consiste nel replicare il modello base e nell'avvio appunto della sperimentazione. Ma c'è di più. Nel panorama infinito della scienza, il team di Win pensa già a nuovi tipi di sensori. «Che misurino - specifica Piero Valdastri, fra i soci dell'azienda e ricercatore del Polo Sant'Anna - le caratteristiche elettriche del corpo umano per prevenire gli scompensi cardiaci e la pressione arteriosa, magari attraverso l'ausilio di un bracciale tonometrico».
I test partiranno tra un paio di mesi su pazienti affetti da malattie croniche. Ma la fascia elastica intelligente è già qua. Per il momento è fatta di cavi e sensori. Ha la forma di una piccola scatola collegata al corpo umano con elettrodi ma i ricercatori pensano di ridimensionarla ancora di più. «Perché il principio base che ci spinge - spiega Antonio Mazzeo, presidente della Win - è quello di rendere il sistema il meno invasivo possibile. Di solito, l'interfaccia poco amichevole scoraggia l'utente che tende a diffidare dello strumento». Di fatto invece Tata racchiude tutte le caratteristiche di attenzione, monitoraggio e verifica che dovrebbe avere una badante, un'assistente in carne ed ossa. Con peculiarità aggiuntive che la rendono facilmente maneggevole e utilizzabile. «Il sistema studiato - continua Mazzeo - è modulare e riconfigurabile. E' flessibile insomma e si basa sul modello della Lego. Come i mattoncini delle costruzioni, i diversi dispositivi di misurazione si possono togliere o collegare, secondo i bisogni del paziente». Il fondamento tecnologico, il blocco centrale rimane sempre lo stesso mentre si possono cambiare i tasselli di riferimento, adattabili alle esigenze contingenti. Regni dell'impossibile che diventa possibile e scoperte dell'immaginario che vanno incontro al mondo della salute e del benessere. Se fino ad oggi le tecniche di monitaraggio presenti sul mercato rilevavano un solo parametro alla volta ed erano fastidiose ed ingombranti, la cintura del futuro, potrà essere usata da tutti e in qualsiasi luogo. All'ospedale ma anche a casa propria. Attraverso la rete wireless, il medico di riferimento disporrà immediatamente dei dati del malato. E qualora il sistema registrasse una sitazione d'allarme, l'inervento sarebbe puntuale. Senza bisogno nemmeno di premere un bottone.
E' Tata ad inviare il segnale. E in questa tempestività e duttilità sta il vero vantaggio. «Le persone potranno tenere sotto osservazione la loro temperatura e la frequenza cardiatica in ogni momento. Che tradotto - specifica Maria Teresa de Lauretis, direttore dell'Asl5 - significa miglior organizzazione e sviluppo degli aspetti sanitari». In primis perché i tempi di ospedalizzazione potranno essere ridotti. Ma non solo. «Grazie a queste verifiche continue - aggiunge De Lauretis - i pazienti potranno essere spostati da reparti a costo elevato come la terapia intensiva a quelli a costo più basso come la medicina. Ci sarà un risparmio economico ma anche uno professionale. Gli infermieri, sgravati da compiti di rilevazione quotidiana, avranno un tempo maggiore da dedicare ad azioni di altro valore». Ora che i sensori sono stati registrati e il prototipo verificato, per la medicina, la bioingegneria e l'informatica applicata si apre una nuova era. «E' un onore per il nostro ospedale - conferma l'orgoglio e l'ottismo dell'equipe di ricerca Orlando Goletti, primario di chirurgia del Lotti - essere il laboratorio naturale delle sperimentazioni del Sant'Anna. Si prospettano occasioni di crescita eccezionali. A Pontedera siamo proiettati nel futuro, avanti, rispetto ad altre realtà nazionali, di almeno 5 anni». Il prossimo passo consiste nel replicare il modello base e nell'avvio appunto della sperimentazione. Ma c'è di più. Nel panorama infinito della scienza, il team di Win pensa già a nuovi tipi di sensori. «Che misurino - specifica Piero Valdastri, fra i soci dell'azienda e ricercatore del Polo Sant'Anna - le caratteristiche elettriche del corpo umano per prevenire gli scompensi cardiaci e la pressione arteriosa, magari attraverso l'ausilio di un bracciale tonometrico».