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Luca Angella, dopo 18 anni l’addio: «Sosterrò sempre Pistoia, spero che l’entusiasmo non venga disperso»

di Marco Tirinnanzi
Angella tornerà nella sua Livorno come coach
Angella tornerà nella sua Livorno come coach

09 giugno 2024
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PISTOIA. Se ne va un'idea di un basket forse più romantico, che riporta alla mente quando in via Fermi le luci le accendeva il custode, da solo, e ancora non si parlava dell'ufficio marketing, e tanto meno di un ampliamento del palazzetto.

Perché ha lasciato anche Luca Angella, sodale sulla panchina proprio di quel Nicola Brienza uscito a fari spenti, come se la squadra il coach canturino l'avesse fatta quasi retrocedere, e non brillare di luce propria più di tutte quest'anno, a discapito dei pochi santi in paradiso. Il vice livornese, 18 anni tra giovanili e prima squadra a Pistoia, resta in Toscana, alla Us Livorno: un salto indietro in C, ma vista mare però, per uno che vive da sempre di scoglio e di salmastro.

Che ricordi ha Angella, di Pistoia la prima volta che l’ha vista?

«I fari spenti del palazzetto e Francesco che correva a ripararli quando si fulminavano. La cifra di quanto il basket sia cambiato in città. Mi ricordo anche la prima volta in palestra: otto giocatori precisi. Era tutto da costruire, la squadra era in B e due anni dopo sarebbe andata in A2. C'era poco e niente. Se penso a quei momenti sono orgoglioso e mi viene da sorridere».

Legami lunghi quasi vent’anni, quelli sotto la torre della Cattedrale di San Zeno per lei.

«Tantissima gente, ma tre gruppi meritano una menzione speciale: il “Globus Uisp Pistoia”, con cui il fine settimana scorsa eravamo insieme a Cesenatico, in cui giocavo con Brienza. I Rainbow con Giacomo Melani, anche se sono tre anni che non scendiamo sul parquet, ma siamo sempre in contatto e ci vediamo spesso e poi, soprattutto, i ragazzi di “7 for You”, perché le iniziative in onore di Matteo (Bertolazzi, se ce ne fosse bisogno, nda) vogliamo portarle avanti sempre».

Tanti scalpi prestigiosi in A1 quest'anno per Estra Pistoia, quale pesa di più?

«La vittoria sulla Virtus Bologna vale più di tutti: è un ricordo che terrò per sempre. Hackett, Belinelli, la multa pagata a Shengelia per farlo tassativamente giocare. È stato il punto più alto della stagione, e in generale uno dei più alti della storia del Pistoia Basket 2000».

Via Brienza, con un divorzio consensuale che divide ancora gli animi in città e poi via lei, a scadenza naturale del contratto.

«Oltre al discorso tecnico, perché è super preparato, Nicola l’ho valutato in questi anni dal lato umano: è riuscito a creare un collante unico tra società, dirigenza, squadra e tifosi. Le nostre famiglie poi si conoscono e lui lo sento quasi tutti i giorni».

Poteva esserci un epilogo diverso tra Brienza e gli americani?

«Decisamente sì, non parlo solo come addetto ai lavori, ma anche da tifoso. Nicola era dispiaciuto, evidente dalle lacrime di gara 3 contro Brescia. La storia poi ci dirà chi aveva ragione, e come cantava Battisti “lo scopriremo solo vivendo”».

Lei ci ha parlato con la proprietà a stelle e strisce, Angella?

«Avevo già deciso di concludere l'esperienza pistoiese a metà stagione, però con la nuova dirigenza non ho avuto occasione di un confronto vero e proprio».

Labronico verace che torna a Livorno, sponda Us da capo allenatore.

«C'è l'idea di aver chiuso un cerchio perfetto a Pistoia, è mancato solo lo scudetto (sorridendo, nda). Scendere di categoria m’interessa il giusto, m’interessa il progetto interessante, l’unico che mi avrebbe fatto lasciare Pistoia, dove si può lavorare bene con amici che conosco da 20 anni».

Che augurio fa ad Estra per il prossimo anno?

«Rimarrò il primo tifoso, mi auguro che non perdano l'entusiasmo che c'è intorno alla squadra, che siano in grado di cavalcarlo e non disperderlo. Sono contento poi della conferma in blocco di Sacca e Della Rosa».

 

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