Il Tirreno

Pistoia

Cultura

Gavinana ritrova il suo tesoro: rinnovato il Museo Ferrucciano

di Carlo Bardini
Un momento dell'inaugurazione
Un momento dell'inaugurazione

Alla festa dopo otto anni di lavori anche il presidente della Regione Giani

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GAVINANA. Una vera e propria trasformazione. A tal punto che quando entri non riesci a ricordare più come fosse stato prima. Da un aspetto “familiare”, con poche stanze e forse con l'esigenza di migliorare l'allestimento, adesso si presenta una struttura museale su due piani, con molti più ambienti, allestito alla perfezione e con un arredo consono. Ieri Gavinana ha dato vita a una vera festa, perché dopo otto anni di attesa, proprio in occasione della Festa della Toscana è tornato a vivere il Museo ferrucciano locale. Un momento importante che non è stato condiviso solo in maniera cerimoniale dalle istituzioni ma da tutta la popolazione che è riuscita ad affollare la chiesa della piazza e non solo. C'era tanta voglia di arrivare a questo giorno, di veder riaperto un gioiello culturale che appartiene al paese dove l'eroe fiorentino vi trovò la morte. Forse molta era curiosità, ma si percepiva anche tanta consapevolezza dell'importanza di riappropriarsi del museo e di renderlo nuovamente fruibile al pubblico. Ferrucci era fiorentino e l'unione con Firenze, ieri è stata sottolineata più volte. Ma sopratutto concretizzata dalla partecipazione del presidente della Regione Eugenio Giani, da alcuni consiglieri regionali, dalla presenza del Calcio Storico e da quella dell'assessore del Comune fiorentino Alessandra Innocenti.

«Mi sento orgoglioso – ha detto Giani – del contributo di 250mila euro messo dalla Regione. Questo museo è un punto di riferimento. Il segno di Ferrucci è espressione autentica della Repubblica fiorentina, un uomo che ha segnato per generazioni il simbolo della libertà che rivive attraverso questo museo. Il museo e la figura di Francesco Ferrucci devono essere rilanciati all'insegna di quel valore fondamentale della Repubblica».

Presenti il sindaco Luca Marmo e l'assessore alla cultura Alice Sobrero, ma anche molti altri consiglieri, assessori e gran parte dei referenti degli uffici che si sono adoperati per questo risultato. L'intervento complessivo ha visto un investimento di circa 800mila euro e molti contributi sono arrivati, dalla Regione come detto, dalla Fondazione Caripit, dallo stesso ente comunale e dal Gal Montagna Appennino. «Il progetto ha previsto un importante intervento di restauro delle opere appartenenti ai nuclei più antichi delle collezioni museali. Questo lavoro – ha detto Sobrero – condotto sotto la supervisione di restauratori qualificati e in accordo con la Soprintendenza, ha permesso di restituire alla comunità un patrimonio artistico nuovamente fruibile, proteggendolo dal naturale degrado del tempo».

Al primo piano si racconta il Ferrucci, a quello superiore il Risorgimento, e a quello inferiore vi sono le aule per lo studio e servizi vari. L'edificio ha subito anche interventi di messa in sicurezza e sono state abbattute le barriere architettoniche, rinnovati gli impianti, ristrutturato internamente con l’adeguamento funzionaledegli spazi ed è stato collocato l'ascensore. Vi hanno lavorato più di 50 maestranze, privilegiando artigiani locali.

La gestione è stata data all'Ecomuseo della Montagna Pistoiese: «Saremo aperti venerdì (9-13), sabato e domenica (14,30-18,30) e lo gestiremo sia con nostro personale ma anche con i volontari dell'Associazione paesana “Domenico Achilli” che abbiamo formato per questo compito.

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