Il Tirreno

Pistoia

L'indagine

Autista morto nell'assalto al bus, il 20enne arrestato: «Sì, ho lanciato la pietra. Ma non eravamo solo in tre»

di Tiziana Gori

	Il parabrezza rotto dopo il lancio del sasso contro il pullman dei tifosi del Pistoia Basket
Il parabrezza rotto dopo il lancio del sasso contro il pullman dei tifosi del Pistoia Basket

Omicidio Marianella, Kevin Pellecchia ascoltato dal pm Lorenzo Francia. Disposta la perizia sui telefoni del giovane e degli altri arrestati

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PISTOIA. Ha fornito una propria versione dei fatti, ammettendo di essere stato tra gli autori del lancio dei sassi, e di non poter affatto escludere che sia il suo sasso - con un lato appuntito - ad aver colpito tra volto e collo Raffaele Marianella provocandone la morte quasi immediata.

Kevin Pellecchia, 20 anni, il più giovane dei tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dell’autista dei tifosi del Pistoia Basket, è stato sentito ieri dal pubblico ministero Lorenzo Francia, che sta coordinando le indagini. Era stata una sua richiesta, dopo un’iniziale negazione - nelle prime dichiarazioni rilasciate a verbale - di aver partecipato materialmente al lancio dei sassi.

L’agguato sulla superstrada, nei pressi dello svincolo Rieti - Terni, si è trasformato in tragedia la sera del 19 ottobre, dopo la vittoria di Estra Pistoia al PalaSojourner contro la Sebastiani Rieti. Un gruppo di ultras legati a movimenti di estrema destra ha pensato, e messo in atto, un assalto al bus dei 45 tifosi della Baraonda, con le forze dell’ordine ancora nei pressi del bus della Jimmy Travel a cui, per un tratto, facevano da scorta.

A finire in manette con l’accusa di omicidio aggravato sono stati Kevin Pellecchia, 20 anni, Alessandro Barberini, 53 anni, e Manuel Fortuna, 35 anni. Davanti al pm Francia Pellecchia ha confermato di aver lanciato la pietra e di non poter escludere che fosse proprio la sua quella che ha colpito Marianella.

Secondo quanto riferito dal suo legale, l'avvocato Andrea Vella «il giovane ha fornito una ricostruzione totale degli eventi di quella tragica sera, ha confermato la propria assunzione di responsabilità per essere stato tra gli autori del lancio di sassi contro l'autobus e di non poter affatto escludere che la pietra che, infine, ha colpito il vetro davanti al povero signor Marianella fosse proprio la sua».

Pellecchia ha assicurato che quell’azione «non aveva la finalità di fare del male fisico ad alcuno ma era un gesto compiuto con l'intento di danneggiare l'autobus dei tifosi avversari». Soprattutto ha affermato che a partecipare all’agguato sono state «molte più persone rispetto ai tre fermati ora ristretti nella casa penitenziaria».

«Nei prossimi giorni – aggiunge l'avvocato Vella – ci saranno altri interrogatori e, nelle more si è conferito incarico ad un consulente della procura per estrarre i contenuti dai telefoni sequestrati ai tre indagati. Resta il profondo dispiacere e pentimento del ragazzo, la sua vicinanza alla famiglia della vittima e la disponibilità verso gli inquirenti per qualsiasi ulteriore necessità».

Dalle indagini compiute dalla polizia era emerso che nei pressi dello svincolo della Rieti-Terni, dove è avvenuto l'agguato c'erano una decina di ultrà, alcuni dei quali sono stati sottoposti anche al test del Dna la notte stessa dell'azione. Pellecchia, oltre ad aver ribadito la sua responsabilità, potrebbe aver fornito ulteriori elementi agli inquirenti in merito ai ruoli di altri ultrà, che al momento non risultano indagati. Ma su questo punto il legale del 20enne ha riferito di non poter dire nulla essendo elementi tuttora oggetto di indagine e dunque riservati.

La procura di Rieti ha nominato un consulente tecnico per svolgere accertamenti sugli smartphone sequestrati ai tre ultrà della Sebastiani basket Rieti.

L’assurda morte di Marianella, romano di origine ma fiorentino di adozione, 65 anni, che nel 2026 sarebbe andato in pensione e che lascia moglie e tre figli, ha generato una profonda riflessione sulle storture del tifo organizzato. Ma nell’ottica di non punire la parte sana dei sostenitori della squadra, la Federazione basket ha disposto, a un mese dalla decisione, la revoca del divieto per la Sebastiani di giocare a porte aperte. La squadra potrà quindi tornare ad avere il proprio pubblico sugli spalti. 

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