Tomasi sindaco più amato in Toscana, Fratoni: «Ma Pistoia resta indietro»
L’opposizione: «Ci dica che cosa farà se non diventerà governatore»
PISTOIA. «Se il sindaco si scalda in modo così evidente perché non c’è una data per il voto regionale forse allora deve dirci qualcosa, ha deciso di candidarsi ufficialmente». In consiglio comunale tornano ad accendersi i riflettori sull’elefante nella stanza, che non è l’eventuale ufficialità della candidatura di Alessandro Tomasi alla presidenza della Regione - di questo naturalmente si parla senza sosta in tutta la Toscana e non solo - quanto semmai cosa ne sarà di Pistoia. Un tema più volte posto ma che rimane irrisolto, perché su di esso pende una domanda fondamentale che ancora echeggia a vuoto: nel caso in cui Tomasi si candidasse e perdesse il duello con Giani (ammesso che sia lui l’avversario), resterà in consiglio regionale oppure tornerà a finire il mandato da sindaco di Pistoia? Con la comunicazione di Federica Fratoni, del Pd, ieri l’opposizione è tornata a chiederglielo, dopo la "sgassata" di decibel di cui è stato protagonista il sindaco-candidato venerdì all’assemblea di Confcooperative a Firenze, dove ha incalzato Eugenio Giani affinché fissi con decreto la chiamata alle urne.
«Se poi decide di candidarsi alla presidenza della Regione, ci dica anche cosa intenderà fare dopo quella data se dovesse perdere quella competizione - il quesito di Fratoni - Vorrei capire se la città si avvia a un commissariamento di reggenza della vicesindaca Celesti per poi tornare al voto il prossimo anno». Ma Tomasi in quel momento non è in aula, ci rientra poco dopo, quando sta parlando il capogruppo di Pistoia ecologista e progressista Mattia Nesti. «Crediamo che sia corretto dire, se non sarà il presidente della Regione, se rimarrà consigliere regionale o tornerà a finire il mandato da sindaco. Riteniamo sia un atto di responsabilità dirlo prima della campagna elettorale» le parole di Nesti, che si professa non affatto stupito dall’intervento muscolare (quello di fronte a Confcooperative) da parte di un candidato che per caricare il suo partito (Fratelli d’Italia) esortò a una campagna elettorale "con la bava alla bocca".
Oltre alla questione della chiarezza, Fratoni e alleati insistono su quella, ancora più sostanziale, che riguarda il governo di una città che non può essere trascurata. «Le domande che ho io è quando potremo tornare a passeggiare in San Lorenzo, a parcheggiare all’ex Breda e tante altre ancora - riprende la consigliera dem - Tomasi faccia chiarezza rispetto alla città e non precipiti Pistoia in una grande tribuna elettorale, abbiamo ancora due anni di lavoro intensi. Vorremmo un sindaco concentrato sui problemi di Pistoia, con opere a rilento, questioni aperte e indici economici tra i peggiori della Toscana, e non sulla data del voto delle regionali». Il primo cittadino non replica. A difenderlo, in nome della maggioranza, ci pensano le consigliere Francesca Capecchi - battendo sul fatto che anche i pistoiesi in quanto toscani chiamati a eleggere il proprio presidente dovrebbero chiedere una campagna elettorale dalla durata congrua - e Cinzia Cerdini, secondo cui il sindaco fa bene a visitare le altre città toscane in quanto coordinatore regionale del suo partito.
Ma a coprirgli le spalle sono anche i risultati della classifica dei sindaci più amati d’Italia del Sole 24 ore, che lo vede primo in Toscana con un consenso stimato del 57%, ventesimo in totale ma quarto per aumento rispetto al giorno delle elezioni (+5,5%) . Sicuramente in simpatia ed empatia non la batte nessuno gli riconosce Fratoni. Nel frattempo però anche Giani gongola: ai sondaggi che gli ammiccano abbina un gradimento del 58,5%, il quarto tra i governatori di Regione e addirittura il secondo per incremento (9,9%). La differenza tra i due è che Giani non ha una città che chiede di non essere lasciata indietro.