Il Tirreno

Pistoia

Il lutto

Pistoia, muore a 54 anni Andrea Rateni: la passione per il calcio e il dolore a 77 giorni dall'incidente in moto


	Andrea Rateni
Andrea Rateni

Lo scorso 19 aprile l’incidente contro un suv alla rotonda di Masiano

3 MINUTI DI LETTURA





PISTOIA. Dopo un’agonia durata 77 giorni in cui non ha mai perso né la lucidità né il suo consueto ottimismo, nelle prime ore della giornata di ieri è morto Andrea Rateni, l’uomo di 54 anni rimasto gravemente ferito il 19 aprile scorso in un incidente stradale sulla rotatoria di Masiano, mentre con la moto percorreva via Montalbano. Lo scontro con un suv avvenne intorno alle 16 proprio alla vigilia di Pasqua. Le condizioni di Rateni, soccorso dalla Misericordia di Casalguidi e trasportato al vicino ospedale San Jacopo, apparvero subito gravi, tanto da indurre i medici del nosocomio pistoiese a trasferirlo al centro politraumatizzati dell’ospedale fiorentino di Careggi, dove ieri è venuto a mancare.

Il legame con il fratello e l'approdo all'autotrasporto
Andrea Rateni non era sposato. Dopo la morte della madre e la grave malattia del padre tuttora vivente, il suo principale punto di riferimento familiare era suo fratello Fabio che, in questi lunghi e maledetti 77 giorni, lo ha seguito e supportato fino all’ultimo istante di vita. Dopo aver abitato a lungo a Casenuove di Masiano, Andrea si era trasferito prima a vivere a Casalguidi e poi, circa due anni fa, aveva messo radici a Spazzavento, dove già si era inserito benissimo nella sua nuova comunità. Dopo aver lavorato per oltre vent’anni in una nota azienda pistoiese di montaggio e trasporto di mobili, da circa due anni aveva cambiato mestiere, dedicandosi all’autotrasporto.

Il dolore degli amici
«Era una persona coinvolgente – dice il suo amico di vecchia data Marco Agostini – soprattutto agli occhi di chi come me era più piccolo di lui. Era il classico ragazzo che teneva insieme i grandi gruppi di amici, non facendo mai mancare il suo buonumore. Amava moltissimo giocare a calcio e per passione militava nelle squadre amatoriali della zona. Io ho giocato insieme a lui nella squadra Uisp di Masiano e ne ho un bellissimo ricordo». La sua voglia di stare insieme agli altri era la sua caratteristica principale e i suoi amici, in queste terribili ore, stanno inondando la sua famiglia di messaggi di conforto e di solidarietà, in attesa di poter partecipare al suo funerale che, con ogni probabilità, non potrà tenersi prima di martedì prossimo, visto che la salma è ancora in attesa del nulla osta per la restituzione alla famiglia da parte della magistratura fiorentina.
«Quando era in ospedale – dice commosso il suo amico di sempre Michele Rafanelli – sono andato a trovarlo più volte. Ogni volta, era lui che dava conforto a me e agli altri visitatori, non il contrario come ci si potrebbe aspettare. Pur essendo consapevole delle sue difficili condizioni di salute, non ha mai perso la fiducia di poter venir fuori da questa situazione e di tornare alla vita normale che, soprattutto per lui, era fatta di amici e socialità».
«Con lui – va avanti l’amico Michele – ho condiviso tanti bellissimi momenti della mia vita, che vanno dalla squadra di calcio a sette del campionato Csi fino all’amicizia più stretta che ci portava a uscire insieme con le rispettive fidanzate. Con lui non c’è mai stato uno screzio. Solo tanta amicizia e complicità che adesso si tramuterà in un ricordo per me indelebile».
 

Primo piano
Ambiente

Mare toscano sempre più caldo: anomalia record, +6,2°C oltre la media - Quali sono gli effetti e i rischi

di Francesca Ferri
Estate in Toscana