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Il caso

Pistoia, cervo investito e ucciso da un'auto: l'incidente sulla provinciale

L'auto danneggiata dopo lo scontro
L'auto danneggiata dopo lo scontro

Il conducente ha riportato alcune lesioni e un grande spavento: l'animale sarebbe spuntato all'improvviso sulla strada

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PISTOIA. «Ancora una volta la via Montalese è stata teatro di un incidente che ha visto protagonisti un veicolo e un animale selvatico»: è la denuncia del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi. Che spiega come il cervo, di notevoli dimensioni, certamente superiore al quintale di peso, sia improvvisamente sbucato da un terreno sovrastante la sede stradale, fra Pistoia e Montale, invadendola. Per l’automobilista che si trovava alla guida della sua utilitaria non è stato possibile evitare il violento impatto nonostante procedesse a una velocità contenuta. Le conseguenze sono state mortali per il grosso animali, mentre l’auto ha avuto il parabrezza distrutto e diversi danni alla carrozzeria. Il conducente ha riportato alcune lesioni e un grande spavento, ma le conseguenze dell’incidente, come spesso avviene, avrebbero potuto essere ancora peggiori.

«Purtroppo – spiega l’esponente regionale di Fratelli d’Italia – la stessa strada non è nuova a incidenti simili: ce ne sono stati diversi e l’ultimo che io ricordi, con una modalità analoga a quello descritto, è del 2020. In ogni caso, il problema è diffuso su tutto il territorio regionale e si moltiplicano i casi di presenze di animali selvatici dalle notevoli dimensioni in prossimità dei centri abitati, con grandi pericoli per la sicurezza delle persone, non solo quelle alla guida, e un crescente esborso per i risarcimenti dei danni».

«Visto che la giurisprudenza ha ribadito anche recentemente che la responsabilità è delle Regioni – prosegue Capecchi – noi continuiamo a sostenere che la politica di gestione di ungulati e simili da parte della maggioranza di sinistra non ha prodotto significativi risultati, siamo a chiedere un deciso cambio di passo e l’adozione di azioni molto più efficaci e stringenti per contenerne il numero e mettere in sicurezza strade e paesi».

Lo scorso anno, insieme ai colleghi Fantozzi e Veneri, Capecchi raccolse l’appello della Coldiretti, che aveva trovato sponda nel governo Meloni, per interventi radicali di contenimento del fenomeno, chiedendo alla Regione Toscana di fare qualcosa di concreto.

«A distanza di un anno esatto – conclude Alessandro Capecchi – possiamo dire che anche in questo settore niente di significativo è accaduto, a parte l’incremento dei risarcimenti, ma continua a mancare un progetto che operi su vasta scala per evitare il ripetersi di episodi simili, senza contare i gravi danni che gli agricoltori subiscono sempre più frequentemente. Prenderemo quindi un’ulteriore iniziativa istituzionale, che porterà la trattazione dell’argomento all’ordine del giorno del consiglio regionale, affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità».

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