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«Ridateci la pensione»: l’avviso dell’Inps, il caso di Pistoia e perché non bisogna pagare

«Ridateci la pensione»: l’avviso dell’Inps, il caso di Pistoia e perché non bisogna pagare

Sono 300 le persone che si sono viste richiedere il denaro: nella maggior parte dei casi procedere con il pagamento può rappresentare una “fregatura”. La spiegazione dello Spi Cgil

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PISTOIA. L’avviso ai naviganti nelle torbide acque pensionistiche arriva dalla segreteria dello Spi Cgil di Pistoia, che segnala come da qualche giorno numerosi pensionati al minimo o con valori più bassi stiano ricevendo dall’Inps comunicazioni di indebiti da restituire, con bollettini da pagare entro il 17 dicembre.

Ma il sindacato non ci vede chiaro e consiglia ai pensionati di non procedere immediatamente alla restituzione ma di aspettare e approfondire la propria posizione personale con gli uffici Spi Cgil (in via Puccini a Pistoia), perché nella stragrande maggioranza dei casi potrebbe trattarsi di un errore.

«Al momento siamo arrivati almeno a 2-300 persone che in provincia di Pistoia ci hanno segnalato di aver ricevuto comunicazioni di indebito che però a noi risultano sbagliate e ingiustificate – spiega Marcello Cappellini, responsabile della previdenza di Spi Cgil Pistoia –. Il motivo sarebbe il ricalcolo dell’incremento disposto dalla legge finanziaria (la 197 del 2022, nda). In pratica l’anno scorso in sede di finanziaria fu disposto di aumentare le pensioni più basse integrate al minimo (563 euro) e quelle ancora più basse di una cifra dell’1,2% per la fascia 67-75 anni e del 6,4% per gli ultra 75enni, portando le pensioni a circa 600 euro il mese. Quindi hanno dato questi incrementi tra maggio e giugno del 2023 ma adesso hanno fatto un ricalcolo che non ha né capo né coda in cui tolgono queste cifre aggiuntive. Siamo rimasti allibiti, perché questi aumenti erano legati esclusivamente a quelle tipologie di pensioni, non si capisce perché abbiano chiesto indietro queste cifre».

«Da una nostra verifica, la stragrande maggioranza di tali indebiti non sarebbe motivata, salvo i casi nei quali i pensionati in questione abbiano acquisito nel corso del 2023 un nuovo trattamento pensionistico (nuova pensione diretta o di reversibilità) – aggiunge Cappellini – . Per tale motivo potrebbe essere utile, prima di procedere alla restituzione delle somme indicate, fare una verifica della propria situazione. Sembrerebbe un’operazione nazionale, perché anche l’Inps di Pistoia con cui siamo in contatto non se ne capacita e sta cercando di capire meglio. Si aspettano chiarimenti sia sulle motivazioni che su come risolvere il problema: se trattandosi di un errore provvederà in automatico l’Inps oppure se dovremo procedere con le ricostituzioni per ciascuno dei pensionati che hanno ricevuto la comunicazione. Intanto stiamo infatti stilando la lista delle posizioni».

Ricapitolando, il messaggio del sindacato agli interessati è il seguente: «Pagando subito, per la restituzione si rischia poi di dover aspettare tempi molto lunghi, perché finché non incamera quelle cifre l’Inps non è in grado di renderle. Quindi visto che ancora mancano tre settimane alla scadenza si consiglia di aspettare a pagare e approfondire la propria situazione con i nostri uffici. Sperando che nel frattempo arrivino delucidazioni dall’Inps».

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