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Pensioni, a dicembre arrivano gli arretrati: ecco tutti gli importi

di Leonardo Monselesan
Pensioni, a dicembre arrivano gli arretrati: ecco tutti gli importi

Viene anticipato l’effetto del conguaglio della perequazione, la percentuale di aumento non sarà uguale per tutti. In fondo all’articolo la tabella con tutte le cifre

30 ottobre 2023
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Prosegue il confronto sulla manovra del governo Meloni, ma alcuni provvedimenti ad essa collegati sono già entrati in vigore. Ad esempio, l’anticipo del conguaglio per il calcolo delle perequazioni pensionistiche del 2023, che porterà non solo a un aumento dello 0,8% delle pensioni dal 1°dicembre, ma anche una discreta somma proveniente dagli arretrati delle mensilità dell’anno in corso.

Tale misura è infatti già stata approvata all’interno del “Decreto Anticipi”, in cui è stato stabilito che, in via eccezionale, per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione, il conguaglio della perequazione delle pensioni del 2023 venga anticipato al 1° dicembre, invece di essere inserito nella perequazione dell’anno successivo. Tale conguaglio compensa la differenza tra il valore effettivo dell’inflazione registrata nell’anno precedente, che è rilevabile solo dopo la fine dell’anno, e quello adottato dalla legge di bilancio per l’adeguamento del valore delle pensioni, che deve essere stabilito prima del 31 dicembre. E mentre a gennaio di quest’anno la percentuale applicata alle perequazioni è stata del 7,3%, l’Istat ha rilevato che il valore dell’inflazione a fine 2022 è stato dell’8,1%. L’aumento dell’assegno di dicembre verrà quindi calcolato in base alla pensione percepita nel 2022, aumentandola ulteriormente dello 0,8% mancante nella rivalutazione di gennaio. L’assegno di dicembre sarà però ben più alto di quanto prevederebbe il solo conguaglio, visto che al suo interno saranno corrisposti anche gli arretrati per tutto il 2023.

Come per le perequazioni calcolate a gennaio, però, non tutti riceveranno la stessa percentuale di incremento dell’assegno pensionistico. Lo 0,8% pieno spetterà infatti solo a coloro che ricevono un assegno mensile con un valore fino a quattro volte la pensione minima, che nel 2022 valeva 525,38 euro, cioè fino a 2.101,52 euro al mese. Questo significa che, per un pensionato che lo scorso anno riceveva 1.000 euro al mese, l’assegno di dicembre avrà un aumento di 8 euro, a cui verranno aggiunti anche 88 euro di arretrati. Un pensionato che percepiva 2.101,52 euro, invece, vedrà un aumento da quasi 17 euro, accompagnato da circa 185 euro di arretrati.

Alle pensioni di importo superiore viene invece applicata solo una percentuale del coefficiente di rivalutazione del conguaglio. Per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte quella sociale (2.626,90 euro) viene applicato l’85% della rivalutazione, cioè lo 0,68% della pensione. Quelle da cinque a sei volte il trattamento minimo (3.152,28 euro) hanno diritto al 53% della rivalutazione, cioè lo 0,424% dell’assegno, mentre quella da sei a otto volte il trattamento minimo (4.203,04 euro) ricevono solo il 47% della rivalutazione, cioè lo 0,376% della mensilità. Dalle otto alle dieci volte (5.253,8 euro) l’assegno sociale si riceve il 37% della rivalutazione, cioè lo 0,296% del cedolino. Le pensioni da più di dieci volte l’assegno sociale ricevono invece solo il 32% della rivalutazione, cioè lo 0,256% dell’importo mensile.

Il conguaglio di dicembre non andrà però a sostituire la rivalutazione del prossimo gennaio, per la quale la bozza di avrebbe già individuato le percentuali di applicazione della perequazione in base al valore dell’assegno mensile. L’unica novità è il taglio alle rivalutazioni delle pensioni di valore superiore alle dieci volte il minimo, che dal prossimo anno recupereranno solo il 22% dell’inflazione, invece del 32%.

Per conoscere il valore della perequazione sarà invece necessario attendere gli ultimi dati sull’inflazione, che ha rallentato la sua corsa, pur rimanendo su valori considerevoli.

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