Case popolari a Pistoia, canoni in diminuzione
Il presidente della Spes, Sensi: «Questo esborso è calcolato sulla condizione delle singole famiglie, di conseguenza si evince che la loro situazione economica è profondamente peggiorata»
PISTOIA. Il percorso di risanamento della Spes si riflette anche e soprattutto sulla diminuzione delle morosità dei suoi condomini. Se nel 2019 l’azienda di edilizia pubblica riscuoteva l’80% dei canoni (comprese le utenze) con una conseguente morosità del 20%, nel 2020 l’asticella era salita all’85%, con una riduzione della morosità al 15%. Il 2021, malgrado gli effetti della pandemia, i virtuosi sono saliti a quota 91%, con soltanto un 9% di ritardatari e i dati del primo semestre del 2022 parlano di un 94% di pagamenti allineati alle normali tempistiche con solo un 6% di inguaribili refrattari. La Spes, giova ricordarlo, gestisce due tipologie di realtà abitative. Ci sono infatti 149 grandi condomini, dove abitano circa 4350 persone, che sono interamente pubblici con le utenze di gas e di acqua centralizzate. In questo caso, Spes si occupa della riscossione del canone di affitto e della quota utenze. Da tener presente che la società anticipa l’anno prima ai gestori dei servizi il pagamento delle utenze dell’anno successivo e che la pigione degli assegnatari viene stabilita da un calcolo che tiene presente della situazione economica e sociale di ogni nucleo familiare. In pratica, più è disagiato la famiglia, più basso sarà l’affitto che le sarà chiesto di pagare. Altre 2500 persone abitano invece in una miriade di appartamenti che appartengono a Spes ma che non si trovano inseriti in condomini totalmente pubblici. Gli appartamenti non approdati alla proprietà privata, restano di proprietà Spes, che continua a riscuotere il canone di affitto da parte degli assegnatari.
In questi casi la situazione delle utenze può essere più “complicata”, soprattutto se il palazzo continua a dotarsi di impianti centralizzati. In questo caso, i possibili ritardi dei pagamenti dei proprietari sono totalmente al di fuori della competenza di Spes. Di situazione comunque nell’ambito della normalità parla il presidente di Spes Riccardo Sensi: «Da quando ho assunto la presidenza, ho iniziato un’opera di risanamento che sta dando i suoi frutti. Essenziale è stata la piena collaborazione con la regione Toscana e con i comuni che soci dell’azienda, che hanno versato tutti le quote di loro competenza. Questo ritrovato clima di fiducia ci porta ad affrontare meglio le varie problematiche che possono presentarsi come le morosità. Sarebbe opportuno che il governo pensasse alla realizzazione di un piano casa sul modello di quello varato da Fanfani. Attualmente però noi stiamo gestendo tutte le situazioni difficili di concerto con gli assistenti sociali e questo ci evita situazioni di difficile recupero. Un dato su cui comunque riflettere è la quota di affitto medio pagata dagli assegnatari. Nel 2019 l’affitto medio era di 107 euro mentre nel 2023 è di 92 euro. Visto che questo esborso viene calcolato sulla condizione economica e sociale delle singole famiglie, si evince che la situazione economica generale è profondamente peggiorata».