Poche piante e poco verde nella capitale dei vivai. Anche i numeri di Coldiretti bocciano Pistoia
Nella classifica toscana per numero di esemplari arborei e per spazi verdi ad abitante la città è ferma al settimo posto, battuta da Arezzo e Siena e persino da Prato
PISTOIA. Nella città indiscussa capitale italiana dell’attività vivaistica, le statistiche sul verde urbano continuano ad essere negative. È un paradosso ormai vecchio, ma che riaffiora puntualmente ogni volta che un dossier o una ricerca mettono in fila i capoluoghi di provincia dello Stivale in base alla loro dotazione di alberi e piante.
Succede puntualmente anche questa volta, con Coldiretti regionale che – per celebrare la Giornata mondiale dell’albero, che cadeva ieri – ha stilato la graduatoria delle città toscane in base a due parametri: il numero di alberi per cento abitanti e i metri quadrati di verde urbano per abitante. Il tutto sulla base dei dati Istat più aggiornati.
I risultati sono assai poco brillanti per Pistoia, settima (su dieci capoluoghi) in entrambe le graduatorie. In particolare, per quanto riguarda il numero di alberi in rapporto alla popolazione, Arezzo è al vertice con 40,3, seguito da Massa (23,6). Troviamo poi Pisa con 20,7 alberi seguita da Siena con 19,3, Firenze con 19,2, Prato con 16,1, Pistoia 15,6 e Livorno con 14,3 alberi. Agli ultimi posti si piazzano Lucca con 3,5 alberi ogni 100 abitanti e Grosseto con appena 2,4 alberi.
Non va molto diversamente se si prende in considerazione l’altro parametro, cioè i metri quadri di verde ad abitante. Qui, con 33,7 mq primeggia Grosseto, seguita da Prato (32,3), Arezzo (29,3) e Siena (28,3). Pistoia conta 21,1 metri quadri ad abitante e fa meglio soltanto di Lucca (17,4), Massa (12,5) e Livorno (12,4).
«Una situazione molto diversa da città a città – riflette Coldiretti – che ha spinto l’associazione, insieme a Federforeste e Assofloro, ad elaborare su scala nazionale il progetto per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali».
La messa a dimora di nuovi alberi è importante – sostiene Coldiretti Toscana – per affrontare il problema della ridotta disponibilità di spazi verdi nelle città toscane dove si dispone di appena 23,5 metri quadrati di verde urbano contro una media nazionale di 33,8 metri quadrati... Il verde migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno».
Senza dimenticare – sottolinea ancora Coldiretti – gli effetti di mitigazione sui microclimi metropolitani visto che differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra. «Un obiettivo importante – conclude l’associazione – che potrà essere raggiunto solo sostenendo il settore florovivaistico toscano, prima regione italiana con 2.596 aziende, fortemente colpito dai rincari energetici con i vivai che devono affrontare spese raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal +250% per i fertilizzanti al +110% per il gasolio o il +1200% per il metano per il riscaldamento delle serre, secondo l’analisi Coldiretti. «Con una differente politica del verde pubblico potremmo affrontare meglio anche l’aumento esponenziale dei costi dell’energia che si è verificato quest’anno. – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – servono ulteriori risorse per il settore, dobbiamo agire come sistema per creare un Paese diverso e migliore rispetto al passato usando i fondi per gli accordi di filiere con l’utilizzo di piante italiane per creare valore e bellezza sui territori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA