Pistoia, il triste congedo dallo zoo del Re Leone Sioux: sconfitto in 6 mesi da una neoplasia
L’animale era uno dei simboli del giardino zoologico di Pistoia: aveva 18 anni
PISTOIA. Lo zoo di Pistoia piange la morte di Sioux, il leone di 18 primavere compagno inseparabile della leonessa Sara. Il felino non regnava su una foresta bensì su un giardino zoologico.
Ma questo, alla fin fine, altro non è stato che un bene per lui, curato e coccolato fino all'ultimo giorno e già rimpianto non solo dai lavoratori dello zoo, ma dall'intera città. «I leoni, in libertà, vivono circa 10 anni – spiega il direttore Paolo Cavicchio – mentre in cattività possono arrivare alla soglia dei vent'anni. Sioux giunse a Pistoia quando era ancora piccolo. Proveniva dallo zoo du Bassin Arcachon, in Francia. Non ha avuto difficoltà a relazionarsi con la sua compagna, né tantomeno ad abituarsi a essere osservato e... fotografato come un vero re. Ha vissuto in salute fino a sei mesi fa, quando iniziò a manifestare un certo malessere. I nostri veterinari – prosegue con la voce rotta dall'emozione – hanno diagnosticato la presenza di una neoplasia, un tumore invasivo dell'apparato gastro digerente tipico di tutti i felini. Per alcuni mesi, ha reagito bene alla terapie poi, lentamente, la malattia ha avuto il sopravvento e ieri, fra le lacrime di tutti, se n’è andato».
È morto il re, viva il re! verrebbe voglia di re ascoltando le parole piene di sentimento di chi gli è stato accanto per tutta la vita. Ma, come in ogni regno che si rispetti, la morte del re apre necessariamente la strada alla sua successione. «Ci metteremo immediatamente alla ricerca di un candidato ideale – puntualizza Paolo Cavicchio – che vada a sedersi sul trono lasciato vuoto da Sioux. Ancora non siamo in grado di fare pronostici sulle tempistiche necessarie, ma posso affermare che ci impegneremo al massimo per dotare di nuovo il nostro zoo del suo simbolico re. In tutta Europa esiste una rete di contatti fra i vari giardini zoologici, con un coordinatore unico per ogni specie. Noi, al più presto, inseriremo in rete le nostre esigenze che, in definitiva, sono anche quelle della leonessa Sara. I leoni infatti non amano la solitudine. Quando sono nel loro ambiente naturale, cacciano e vivono in branco, fin quando lo stesso branco provvede ad allontanare gli elementi più anziani. Se ospiti di parchi zoologici, i leoni devono stare sempre in coppia, perché la solitudine può urtare la loro sensibilità».
Chi comunque dovrà esprimere il suo gradimento per questo forzato cambio di consorte, dovrà essere la leonessa Sara, la regina rimasta vedova dopo un matrimonio che, se rapportato al metro “leonino”, ha tagliato allegramente il traguardo delle nozze d'oro. «Come in tutti i matrimoni e i fidanzamenti che si rispettano – conclude cavicchio – è il gentil sesso che decide. Le leonesse non si accontentano facilmente. Da studi approfonditi, è emerso che prediligono gli esemplari di grande stazza e dalla criniera folta e scura che, nel regno animale, è un carattere distintivo di “sana e robusta costituzione”. Il maschio poi, pur essendo di giovane età come lo sarà il prescelto, non pone l'età della partner come criterio discriminante. L'importante è che la femmina possa ancora affrontare la riproduzione, e Sara può ancora farlo. Fra Sara e il futuro sposo, deve insomma scoccare la classica scintilla».
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