Il Tirreno

Pistoia

l’indagine 

Applausi per la Fondazione ma è allarme lavoro e ambiente

Fabio calamati
Applausi per la Fondazione ma è allarme lavoro e ambiente

Nella ricerca commissionata a Demopolis le attese e i bisogni dei pistoiesi ma anche il giudizio sul ruolo e l’attività dell’ente guidato da Luca Iozzelli

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PISTOIA

Doveva essere un’ideale “tiriamo le somme” sugli ultimi quattro anni di vita della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, quelli che hanno visto Luca Iozzelli alla guida dell’ente di via de Rossi. Un modo per stimolare un dibattito pubblico sulle attese della città e sul ruolo della Fondazione al momento del passaggio di testimone che vedrà il notaio Lorenzo Zogheri avvicendare Iozzelli alla presidenza. Fondazione che – vale la pena ricordarlo – in 4 anni ha distribuito in finanziamenti 54 milioni di euro, tra interventi diretti e bandi. Insomma, un attore di primo piano nella vita della città e della provincia.

Invece il Covid 19 ci ha messo lo zampino e la ricerca commissionata dalla stessa Fondazione Caripit all’istituto Demopolis diretto da Pietro Vento alla fine è stata semplicemente presentata in videoconferenza. Chi fosse interessato, può scaricarla dal sito www.fondazionecrpt.it.

Due i campi esplorati dall’indagine (che ha intervistato un campione rappresentativo di 1.036 persone e analizzato i pareri di 252 opinion leader): attese, bisogni e priorità dei pistoiesi in provincia e conoscenza e percezione della Fondazione Caripit.

Sul primo punto: il 55% dei pistoiesi è abbastanza o molto soddisfatto della qualità della vita, soprattutto per i rapporti umani; anche se negli ultimi 5 anni questa qualità è rimasta invariata (38%) o peggiorata (43%); i servizi pubblici per il 42% delle persone sono soddisfacenti.

Le priorità per i pistoiesi sono il lavoro e l’occupazione giovanile (61%) quasi al pari con l’ambiente e la lotta all’inquinamento (60); seguono la sanità (soprattutto in montagna), la viabilità e il traffico, la promozione dello sviluppo turistico. Un quadro complessivamente non negativo, in cui però pesano, come ha notato lo stesso Pietro Vento, una differenziazione abbastanza netta tra la realtà della città capoluogo e quella delle aree più periferiche, soprattutto della montagna.

In questo quadro, che giudizio si dà sull’attività della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia? Il 55% degli intervistati risponde positivamente, percentuale che sale all’86% se si depura il campione da coloro che ammettono di non essere informati.

I settori di impegno (arte e restauro, formazione, sostegno al volontariato) sono ben noti. Oltretutto, rispetto agli anni passati (quando a reggere la Fondazione c’era il suo fondatore Ivano Paci) i pistoiesi hanno percepito continuità (51%) o addirittura miglioramento (42%).

Nell’hit parade delle manifestazioni organizzate dalla Fondazione, svettano i Dialoghi sull’uomo, seguiti da Serravalle Jazz e dalla stagione sinfonica Promusica.

Insomma, promozione a pieni voti per la Fondazione degli ultimi anni, che ha saputo farsi riconoscere come un perno essenziale della vita collettiva, agendo in modo da raccogliere apprezzamenti larghissimi.

Detto questo, cosa dovrebbe fare domani la Fondazione? Innanzitutto supportare i segmenti deboli della società, come anziani e bambini. A ruota, promuovere l’alta formazione per fare di Pistoia un polo di eccellenza e di innovazione. È la «sfida dello sviluppo», per la quale molti vedrebbero bene un ruolo più incisivo affidato alla stessa Fondazione. —

Fabio calamati

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