Il Tirreno

Pistoia

Scoppia la polemica a Pistoia sul manifesto per la stagione teatrale: «Offende le donne»

Scoppia la polemica a Pistoia sul manifesto per la stagione teatrale: «Offende le donne»

Contestata l’opera di Mannelli sulla locandina del Manzoni. La Rete 13 Febbraio: «Scelta inopportuna»

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PISTOIA. La stagione teatrale del teatro Manzoni inizia sotto il segno della polemica. Non per la bontà del cartellone, che nessuno ha contestato, ma per il manifesto affisso sui muri cittadini che ne ha preceduto la partenza. Accanto ai titoli delle opere in programma, spicca il disegno di una donna appena velata da una sottoveste aperta, che tiene una pagnotta con il braccio destro, a coprire le pudenda. Si tratta di un’opera dell’artista pistoiese - pittore e vignettista - Riccardo Mannelli, il cui titolo è riportato a firma nella parte alta del manifesto: “La passione sfama”. L’artista non si discute ma accostare l’opera alla stagione teatrale, specialmente di questi tempi, è inopportuno, secondo la “Rete 13 Febbraio”, associazione di donne pistoiesi che si batte per la parità. Ancora più offesa dal manifesto si dichiara un’insegnante di filosofia del classico Forteguerri, Caterina Iannella, che ha scritto alla direzione artistica del teatro Manzoni, al sindaco Samuele Bertinelli e ai quotidiani locali.

«Non siamo a discutere l'opera del maestro Mannelli, né le intenzioni comunicative dell'artista - scrive la Rete 13 Febbraio nella sua lettera aperta, pubblicata anche sul sito dell’associazione - Ci interroghiamo sull'opportunità di scegliere proprio quest'opera, allontanandola dal suo contesto più adeguato, per trasportarla su un manifesto e su una brochure finalizzati alla pubblicizzazione di una stagione teatrale e, quindi, alla vendita di un prodotto culturale. Di questa figura - prosegue la Rete - non può non colpire quella pagnotta posta a coprire proprio gli organi genitali della donna, anzi è la prima cosa che si nota. L'accostamento "sesso e cibo" oppure "sesso e guadagno" oppure "sesso e pagnotta" con cui sopravvivere e avere il pane quotidiano non ci sembra una grande novità e anzi richiama una mercificazione del corpo femminile e della sessualità».

«Probabilmente (ma non lo sappiamo) tutto questo non è nelle intenzioni dell'artista e nemmeno nelle vostre, ma questa è l'impressione che il manifesto comunica - proseguono le donne della Rete - Come gruppo di donne e cittadine pistoiesi siamo sempre molto attente all'uso dell'immagine femminile, soprattutto se usata per manifesti o prodotti di vendita. E' infatti riconosciuto il collegamento tra violenza sulle donne e stereotipi di genere, così come tra violenza e mercificazione del corpo femminile che la pubblicità propone continuamente»

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«Impossibile restare indifferenti davanti all'imponente e generosa figura femminile che campeggia sul manifesto e sovrasta i passanti. "La passione sfama" è la didascalia che accompagna la gigantessa poco vestita, che con sguardo languido e vacuo offre a tutti una pagnotta ad altezza genitali». Il teatro Manzoni dista poche decine di metri dal liceo classico Forteguerri e alla prof Caterina Iannella non è sfuggito il manifesto della stagione tetrale del Manzoni. «Ad un primo sguardo si resta confusi dall'offerta - scrive - e con stupore si apprende che la gigantessa con pagnotta ci vende un biglietto e ci invita a teatro, il luogo della cultura per eccellenza. Subito dopo ci si chiede quando nelle pubblicità si smetterà di utilizzare i soliti stereotipi legati al richiamo sessuale mediante il corpo delle donne, donne vittime di troppe violenze per non tenerne conto. Monta allora un fastidio sordo e ci si chiede con dolore se la nostra epoca abbia definitivamente optato per l'irriflessione e l'avalutatività delle azioni. Davvero una donna nuda è ancora oggi il mezzo da utilizzare per vendere? Sicuri che la scelta sarà gradita al pubblico pagante e non? E anche se lo fosse sarebbe giusto e corretto, soprattutto se imposta da un ente culturale?»

Francesco Albonetti

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