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«Pisa è il “mio” Real Madrid. Dire di no era impossibile»

di Andrea Chiavacci
Da sinistra Claudio Chiellini, Luca D’Angelo e Giovanni Corrado al tavolo della sala stampa dell’Arena Garibaldi Anconetani (foto Muzzi)
Da sinistra Claudio Chiellini, Luca D’Angelo e Giovanni Corrado al tavolo della sala stampa dell’Arena Garibaldi Anconetani (foto Muzzi)

Carico e motivato; sorridente, riconoscente e anche un po’ dimagrito. Il nuovo inizio di Luca D’Angelo tra sentimenti e voglia di rialzarsi

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PISA. Non un ritorno ma un nuovo inizio. Per questo a Luca D'Angelo viene dato il Benvenuto e non il bentornato da Giovanni Corrado. Il D'Angelo del nuovo corso si presenta tirato a lucido, con qualche chilo in meno e la solita determinazione.

Due anni di contratto, scadenza nel 2024, il resto sono emozioni. A cominciare dall'applauso della sala stampa nei confronti del tecnico abruzzese. Il nuovo corso di D'Angelo parte con parole da stampare a fuoco: «Il Pisa per me vale come il Real Madrid e se ti chiama il Pisa non puoi dire di no. Per qualcuno può sembrare un'esagerazione ma per me non lo è».

In estate D'Angelo si è preso un po' di tempo per non pensare al calcio nella sua Pescara ma poi il richiamo del campo è stato quasi inevitabile. «Avevo un po' staccato perché avevo bisogno di riposarmi – racconta – le partite le ho viste tutte tranne quella con il Cittadella. Le ho registrate perché il pomeriggio andavo al mare. La squadra in alcune circostanze ha raccolto meno di quello che meritava». Così D'Angelo ritrova un Pisa ultimo con due punti in classifica. «Sicuramente ci attende un lavoro duro. I giocatori e tutti noi sappiamo qual è la nostra situazione e in questo non possiamo certo dire che andremo in Serie A. Bisogna essere realisti. Dobbiamo pensare a una partita alla volta e cercare di prendere punti ovunque. Ma ci sono i presupposti per fare le cose per bene».

Una parola buona anche per il predecessore: «Ho trovato una squadra ben preparata dal punto di vista atletica. Merito di Maran che è un allenatore bravo ed esperto e non allena dieci anni in A perché è simpatico. Non partiamo da una base disastrosa, non servono miracoli. La squadra è valida, sia per quanto riguarda i giocatori che conosco, sia per quelli che sono arrivati. È palese che qualcuno sia in ritardo perché non conosce ancora il nostro calcio. Lo scorso anno siamo stati bravi e fortunati con Hermannsson, che dopo dieci giorni era già più italiano di me. Quest'anno magari qualche ragazzo sta facendo maggior fatica. Sulla qualità dei singoli però non ci sono dubbi. Abbiamo sette giocatori in nazionale, non può essere un caso».

Il tecnico era stato cercato da vari club, tra cui Como e Benevento, ma ha preferito il Pisa: «Le richieste che ho ricevuto mi hanno fatto molto piacere anche perché erano tutte società molto solide e con persone valide». Poi si parla anche dell'abbraccio con Giuseppe Corrado a San Piero a Grado e del rapporto con il patron Alexander Knaster. «Con me Giuseppe Corrado – spiega D'Angelo – in questi anni, e anche negli ultimi mesi, è sempre stato molto affettuoso e abbiamo parlato spesso. Non della squadra ma di cinema perché sono un grande appassionato. Knaster invece mi ha mandato un messaggio bellissimo questa estate quando le strade si sono divise e anche l'altro giorno. Comunque ho un grande trasporto nei confronti del club e delle persone di Pisa che mi hanno sempre sostenuto. Anche quelli che mi criticavano lo hanno fatto per il gioco e i risultati e non sul piano personale. Se i tifosi del Liverpool mettono in discussione Klopp può capitare a me». Poi il tecnico fa una battuta: «Mi pagano per esser tornato, non vengo gratis».

Infine torna serio e pronuncia parole molto belle: «Non è giusto fare un paragone con il Pisa del mio passato ma nemmeno riservarmi i guanti bianchi, se dovete andarci duro con le critiche andateci duro. La riconoscenza no, ci dovrà essere quando chiuderò definitivamente con il Pisa. L'importante è stare vicini ai giocatori perché soffrono per questa situazione di classifica. Sostenerli, anche coccolarli se serve».

 

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