Aggressioni al pronto soccorso, a Cisanello e al Lotti arrivano i “facilitatori” – Funzioni e obiettivi: che compiti avranno
Dovranno stemperare le tensioni tra familiari e personale. A Cisanello opereranno per 24 ore al giorno e faranno anche da tramite tra i pazienti e i loro cari in sala d’attesa
PISA. Nel gergo della burocrazia di chiamano “facilitatori relazionali”. Tradotto nel linguaggio corrente si tratta di figure che staranno nei pronto soccorso e si occuperanno di “tenere i rapporti” tra i familiari dei pazienti e gli operatori sanitari. Con l’obiettivo, esplicito, di limitare e prevenire le frizioni che come dimostra la cronaca possono portare a episodi di aggressione. Quattro arriveranno al pronto soccorso di Cisanello, mentre altri due sono previsti a quello dell’ospedale “Lotti” di Pontedera. A prevederli è stata una decisione della giunta regionale presa lo scorso luglio, che ora viene tradotta in pratica dalle aziende sanitarie per una sperimentazione che andrà avanti per un anno.
La de-escalation
Le funzioni del facilitatore sono delineate proprio nei documenti della Regione. In primis, dovrà avere la funzione di «migliorare la comunicazione di creare una connessione sia con il familiare in sala di attesa che con il paziente». Per far questo dovrà «fornire informazioni ai familiari e ai pazienti sui tempi di attesa e sul funzionamento del pronto soccorso». Infine – ma certo non per importanza – si occuperà di fare «da “trait d’union” tra i familiari in sala di attesa e i pazienti all’interno del pronto soccorso».
Lo scopo è insomma quello di «fornire informazioni chiare e rassicuranti, aiutare a gestire le attese e ridurre l’ansia, che spesso può essere alla base di comportamenti aggressivi. Inoltre, può intervenire tempestivamente in situazioni di tensione, cercando di calmare gli animi e di favorire un clima di rispetto reciproco».
Per far questo, utilizzando un termine che rimanda al vocabolario della Guerra fredda, dovrà anche mettere in campo delle «tecniche di de-escalation». E, d’altra parte, quello che succede negli ospedali e nei pronto soccorso in particolare (e Pisa non fa eccezione) talvolta ha i contorni di una battaglia tra familiari e conoscenti dei ricoverati e personale sanitario.
Quanti saranno
Per determinare il numero dei facilitatori necessari (e quindi anche stanziare le risorse richieste), la Regione ha utilizzato il criterio del numero di accessi ai pronto soccorso durante il 2024. Con i suoi 90.879 pazienti assistiti, Cisanello si piazza al terzo posto in Toscana dietro Careggi e il Santo Stefano di Prato. Proprio queste tre strutture sono considerate in “zona arancione”, particolarmente sensibile e per loro si prevede una copertura per 24 ore, sette giorni su sette da finanziare con 140mila euro. L’ospedale di Pontedera, invece, è nella fascia gialla con i suoi 53.793 accessi: per questi casi la Regione ha disposto una copertura per 12 ore al giorno e uno stanziamento di 70mila euro. Non è, infine, prevista l’attivazione del servizio per l’ospedale di Volterra, come accade per diversi altri piccoli presidi della regione.
I requisiti
Chi sarà ad occuparsi di queste mansioni, importanti quanto delicate? Una cosa è stata messa subito in chiaro: non potrà trattarsi di personale sanitario. Niente medici né infermieri, dunque. Questo perché – si legge nella relazione del progetto regionale – «non dovrà svolgere alcun intervento di tipo sanitario, ma dovrà avere una formazione che combini competenze comunicative, di gestione delle emozioni e di sicurezza».
Tutto questo è stato trasportato all’interno dei bandi che in questi giorni sono stati pubblicati sia dall’Aoup che dall’Asl Toscana Nord Ovest. È dunque richiesta la laurea triennale in una di queste discipline: mediazione linguistica, scienze dell’educazione e formazione, scienze della comunicazione, scienze e tecniche psicologiche, scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace, scienze del servizio sociale. Servirà poi una formazione documentata attinente con il profilo richiesto e un’esperienza biennale «maturata in contesti pubblici o privati di gestione del pubblico, mediazione, relazionale, ambienti complessi o ad alta pressione».
La modalità di selezione dà un’importanza preponderante al colloquio, visto «il carattere eminentemente relazionale del ruolo». Proprio la prova orale potrà includere simulazioni o domande di scenario per valutare l’efficacia delle tecniche di de-escalation e mediazione messe in atto dall’aspirante facilitatore di pronto soccorso.
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