Uccise psichiatra a Pisa, ergastolo confermato: nuove dichiarazioni choc dell’imputato
L’uomo era stato condannato in primo grado per l’uccisione di Barbara Capovani. La difesa puntava su una nuova perizia per il riconoscimento dell’incapacità totale o parziale
PISA. La corte d’Assise d’appello di Firenze ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Gianluca Paul Seung, 36 anni, di Torre del Lago per l’omicidio volontario della psichiatra Barbara Capovani. L’uomo aggredì la specialista, primaria del servizio psichiatrico a Pisa, dove lui era stato ricoverato per ordine di un giudice nel 2019.
La tragedia
L’aggressione, con un oggetto contundente che non è mai stato ritrovato, avvenne davanti al reparto il 21 aprile 2023. Barbara Capovani morì dopo due giorni di sofferenze all’ospedale. Una tragedia che sconvolse la città e ancora oggi resta una ferita aperta. La discussione si è aperta alla presenza dell’imputato che ha voluto rendere nuove spontanee dichiarazioni, senza discostarsi da suo cliché.
Cosa ha detto
«Quel giorno – ha ripetuto in aula Seung, come già aveva fatto in tribunale a Pisa – volevo aggredirla e non ucciderla». E ancora: «Volevo che avesse quello che si meritava, perché impunita» ha aggiunto riprendendo le sue teorie complottiste con accuse rivolte a medici e politici. Il procuratore generale Giuseppe Ledda ha chiesto la conferma integrale della sentenza di primo grado. Hanno aderito alla richiesta del pg le parti civili, assistite dall’avvocato Stefano del Corso, chiedendo la condanna al pagamento delle spese legali dell’ulteriore grado di giudizio.
La difesa
Gli avvocati Gabriele Parrini e Andrea Pieri, difensori dell’imputato, hanno chiesto l’accoglimento dei motivi di appello e la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale con una nuova perizia psichiatrica sull’imputato, finalizzata al riconoscimento dell’incapacità totale o parziale dell’imputato. Oppure in alternativa il riconoscimento delle attenuanti generiche almeno equivalenti alle aggravanti, per arrivare a una riduzione della pena. Sono state acquisite al fascicolo due perizie del professor Maurizio Balestrino, prodotte dalla difesa, da cui emerge che Seung è affetto da un vero e proprio delirio: un giudizio clinico diverso da quello delle perizie prese in considerazione nel giudizio di primo grado.
La lettura della sentenza
La corte d’Assise di Pisa aveva già ammesso le circostanze attenuanti ritenendole non in grado di inficiare le aggravanti e, dunque, senza alcun peso sulla pena finale applicata, cioè l’ergastolo.
Seung, dopo avere reso le nuove dichiarazioni, ha preferito ritornare nel carcere di Spoleto (Perugia) prima della lettura della sentenza, che è avvenuta nella serata di oggi, 29 ottobre. La corte ha indicato 90 giorni per il deposito delle motivazioni. «Aspetteremo le motivazioni per valutare l’eventuale ricorso in Cassazione», dicono i difensori.
