Il Tirreno

Pisa

Il ricordo

Pisa, morti nello scontro in moto: la straziante lettera dei compagni di scuola. Gli esami superati, le interrogazioni andate male e le risate

di Lorenzo Carducci
Pisa, morti nello scontro in moto: la straziante lettera dei compagni di scuola. Gli esami superati, le interrogazioni andate male e le risate

Lacrime al liceo Buonarroti per il saluto a Leonardo Renzoni. A San Martino a Ulmiano l’abbraccio rivolto a Jacopo Gambini

4 MINUTI DI LETTURA





PISA. In largo Concetto Marchesi, sede del liceo Buonarroti, l’ultima campanella della mattinata suona alle 12. Da qualche giorno è un suono diverso dal solito, più triste, più cupo. Per oggi (ieri) la scuola è finita ma tanti studenti restano. E piano piano si accumulano nel cortile dietro il bar dell’istituto. Sono lì per salutare e ricordare Leonardo Renzoni, 16 anni, una delle due giovanissime vittime del tragico scontro in moto dello scorso mercoledì, nel piazzale di sosta che costeggia i cantieri navali. Un frontale che la sera stessa ha spezzato la vita di Jacopo Gambini, 17enne di San Martino a Ulmiano, studente di quarta aeronautico dell’istituto Da Vinci Fascetti, e dopo tre giorni anche quella di Leonardo.

In semicerchio, tra i graffiti e le scale, ci sono i suoi compagni di classe, la quarta C scienze applicate, ma anche altri amici o anche solo conoscenti che hanno voluto partecipare. «Questo momento è soprattutto per chi era amico di Leonardo e chi lo conosceva di più: non siete soli, ci sono tante altre persone pronte a starvi vicine» dice il ragazzo che prende la parola per primo. Poi una compagna di classe di Leonardo comincia a leggere una lettera, a nome di tutta la quarta C. «Era una giornata normale, poi la sera è arrivata la notizia. Era uno scherzo, non poteva essere successo davvero. Da quel momento si sono susseguiti giorni di ansie, paure e false speranze. Alcuni di noi ti conoscevano da qualche giorno, altri da tre anni, altri ancora da più tempo. Vivi e vivrai sempre tra noi coi meravigliosi ricordi che ci hai donato. È per questo che oggi siamo qui, insieme, per ricordare Leo. Un compagno di classe, un amico, una persona che ha fatto parte delle nostre giornate e ha lasciato in ognuno di noi qualcosa di speciale».

È soprattutto il saluto a un compagno che non c’è più, che il giorno prima scherzava dal proprio banco e poi dal giorno dopo quel banco l’ha lasciato vuoto per sempre. Ma è anche il manifesto di un’altra verità, quella di una generazione di ragazzi spesso dipinti come isolati sugli schermi e apatici, ma che invece trovano la forza di aprirsi e condividere la sofferenza. Di stringersi la mano e abbracciarsi gli uni con gli altri, con gli occhi lucidi e la voce che trema. Per sopportare insieme un lutto atroce e per ricordare Leonardo, un ragazzo pieno di vita e interessi, appassionato di moto, video e non solo. Un ragazzo altruista, come l’ha definito il padre Michelangelo dopo l’assenso alla donazione dei suoi organi, ricevuti da cinque persone. «Uno dei ricordi più belli di Leo sono le conversazioni notturne sull’amore – riprende la compagna – Momenti semplici ma profondi, in cui tra risate e riflessioni riusciva sempre a trasmettere leggerezza e sincerità. Quelle stesse risate che riempivano le giornate in classe, trasformando anche le ore più difficili in momenti indimenticabili. La sera prima dell’esame di fisica io e Leo l’abbiamo passata a sostenerci a vicenda. E il giorno dopo la gioia di averlo superato entrambi è stata immensa. Non era solo un esame, era la prova che insieme si poteva affrontare tutto, anche le sfide più difficili». Tanti aneddoti, tutti uniti dalla gioia di stare insieme. «Tutte le volte che siamo usciti insieme divertendoci – va avanti la lettera – le cene, i pranzi fuori e i momenti di spensieratezza. E anche quelle volte in cui speravamo che i prof non ci interrogassero perché sapevamo di non essere preparati, invece ci interrogavano lo stesso e spesso sbagliavamo tutto ma anche lì c’era la risata, la complicità, la sensazione che comunque andasse eravamo insieme. Leo per noi era questo: un compagno, un amico, una persona con cui si poteva ridere, confidarsi, vivere momenti veri. La sua assenza fa male, ma i ricordi che ci ha lasciato restano vivi. E in questi ricordi, in queste immagini continuerà ad accompagnarci. Grazie Leo, per i sorrisi, le notti di parole, per la leggerezza e la forza che ci ha regalato. Non ti dimenticheremo mai».

Pensieri e sentimenti che legano gli amici di Leonardo a quelli di Jacopo, che domenica dopo la messa a Pontasserchio si sono riuniti intorno al fuoco, scrivendo e raccogliendo i propri ricordi. Accanto a due famiglie colpite da un lutto indicibile, ci sono due comunità di adolescenti scosse, ferite, ma che vogliono reagire coese. Anche e soprattutto per quei due ragazzi che non ci sono più. Convinti che sarebbero i primi a far loro forza con il loro sorriso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Dopo la protesta

Corteo per la Palestina a Lucca, prime denunce per i blocchi stradali e ferroviari

di Pietro Barghigiani