Pisa, il turismo passa dagli affitti brevi: apre un’attività ogni due giorni
Dal 2023 al 2025 il capoluogo passa da 931 a 1.281 locazioni turistiche, trainando un fenomeno che coinvolge tutta la provincia
PISA. L’invasione non si ferma. Anzi. Il proliferare degli affitti brevi per i turisti sembra non conoscere crisi. E non lo dimostrano soltanto le famiglie con le valige che vediamo entrare e uscire dalle case in centro, le keybox che contengono le chiavi degli appartamenti o la marea di offerte di alloggi sul web. A certificarli ci sono anche i numeri del ministero del Turismo che, per la prima volta, rende noti i dettagli delle strutture ricettive (in tutte le forme) per ogni singolo comune. Risultato: nell’intera provincia di Pisa sono 3.450 le attività di “alloggio privato in affitto in forma non imprenditoriale”. Si tratta, per l’appunto, della definizione adottata dall’Istat per indicare gli affitti brevi a utilizzo turistico, di durata inferiore ai 30 giorni.
La situazione in città
All’interno di questo “calderone” è ovviamente il capoluogo a rappresentare la fetta più grande della torta. nel Comune di Pisa sono registrate 1.281 attività di questo tipo. E la tendenza, come dicevamo all’inizio, continua a essere in aumento. Per avere un termine di paragone, infatti, si possono prendere le cifre che a fine 2024 (quindi poco più di un anno e mezzo fa) il Comune fornì a seguito di una interrogazione del gruppo consiliare “Una città in comune”: allora gli affitti brevi erano “solamente” 931 (dei quali circa 250 concentrati sul litorale). Dunque, in 20 mesi al conteggio se ne sono aggiunti 350: in sostanza, ha iniziato la sua attività un esercizio ogni due giorni.
Va poi aggiunto che vanno aggiune altre 456 attività indicate come “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale” (in sostanza i classici affittacamere), 25 bed & breakfast e 16 case per ferie.
Per quanto riguarda, invece, le strutture ricettive più “classiche”, gli hotel si fermano a quota 68 ed entrano nell’elenco cinque ostelli per la gioventù e due agriturismi.
Nel territorio
Gli affitti brevi sono di grn lunga la forma ricettiva predominante anche nel resto del territorio provinciale. Sul secondo gradino di un immaginario podio sale Volterra, con 168 attività, che stacca San Miniato a quota 126. Ma ci sono altri quattro comuni che superano l’asticella delle 100 attività: si tratta di San Giuliano Terme (124), Chianni (115), Casciana Terme-Lari (113) e Peccioli (106). Volterra, con il suo appeal turistico guida anche la classifica del numero di hotel (eccetto Pisa) con 19, mentre queste strutture sono poco diffuse negli altri Comuni.
La provincia si conferma invece assai forte nel conteggio degli agriturismi, con 478 attività complessive: anche in questo caso è Volterra a guidare con 73 strutture.
Le altre città d’arte
Tornando agli affitti brevi di Pisa, può essere interessante paragonare la situazione con quella delle altre tre città d’arte toscane, cioè Firenze, Lucca e Siena. Come ci si può aspettare il capoluogo di Regione surclassa tutti: sono 14.454 le strutture censite.
Anche Lucca supera Pisa, in un “derby” fra città di uguale taglia: dentro e fuori le Mura sono 1.882 le locazioni turistiche. Una differenza che – probabilmente – si spiega con il fatto che questa tendenza è presente da più tempo a Lucca, complici anche i grandi eventi come i Comics e il Summer Festival. Più staccata Siena con “soli” 881 affitti turistici. Un fenomeno, quindi, che certo non è appannaggio di Pisa.
Così come sono comuni i problemi causati da questa tendenza, a partire da centinaia (se non migliaia) di immobili che vengono sottratti al mercato degli affitti lunghi, gli unici capaci di portare residenti.
Il codice
Il “censimento” così dettagliato è stato reso possibile dall’entrata in vigore della Banca dati delle strutture ricettive (istituita nel 2019) e, soprattutto, del Cin, il codice identificativo nazionale. Si tratta di un numero che ogni gestore è obbligato a richiedere e che poi deve essere esposto in ogni struttura ricettiva (dagli alberghi agli affitti brevi) e indicato in ogni annuncio. Se non lo fanno, i titolari possono incappare in multe fino a 8mila euro.
L’obbligo è entrato in vigore lo scorso 1° gennaio, con l’intenzione di frenare l’abusivismo e l’evasione fiscale. Una campagna di sensibilizzazione che – almeno in provincia di Pisa – sembra aver colpito nel segno: il 94,34% delle strutture registrate ha infatti chiesto e ottenuto il cin. Si tratta di un ottimo risultato, il secondo in regione dopo la sola provincia di Siena che è arrivata a quota 95%.