L’inchiesta
Scusi, c’è da spostare una nave: battaglia alla foce dei Navicelli a Pisa
Gli industriali: yacht bloccati dai maxi scafi di Grimaldi. «Nautica a rischio»
PISA. C'è una nave di 240 metri di lunghezza “posteggiata” quasi di fronte alla foce del Canale dei Navicelli, che impedisce l'uscita e l'ingresso degli yacht realizzati o rimessi a nuovo nel polo della cantieristica di lusso nato lungo le sponde del corso d'acqua. E non è neppure in “divieto di sosta” perché le navi – in realtà sono quattro, ma tutte più o meno delle stesse dimensioni, e si alternano lungo la stessa banchina –, che trasportano auto e sono del gruppo Grimaldi, hanno avuto l'autorizzazione all'ormeggio dall'Autorità portuale di Livorno.
Ci sarebbe quasi da sorridere, se non fosse che la presenza di quei giganti del mare lungo la banchina di fronte allo sbocco a mare si protrae ormai da quasi un mese e mette seriamente a rischio contratti, prospettive e investimenti dell'interno distretto della nautica pisana. Ieri mattina il presidente dell'Unione industriale pisana Andrea Madonna, il vice Stefano Bottai e il coordinatore del gruppo di imprenditori della nautica dell'Uip Claudio Rossi voglia di sorridere ne avevano davvero poca. Perché il prezzo da pagare per la situazione che si è generata alla foce dei Navicelli rischia di essere salatissimo. Per un motivo semplice: «Da lì si riesce a passare con un gommone, un gozzo o un motoscafo di dimensioni medio piccole, non certo con gli yacht che vengono costruiti o riqualificati nei nostri cantieri – spiega Bottai –: possono arrivare anche a 50 o 60 metri di lunghezza e, per entrare o uscire, hanno necessità, a volte, anche di due rimorchiatori. Concretamente vuol dire che, almeno fino a quando non sarà realizzata la foce armata dello Scolmatore, nei centri di specchio d'acqua antistante lo sbocco a mare del Canale dei Navicelli non può sostare proprio alcun tipo d'imbarcazione, figurarsi navi di quelle dimensioni».
Il rischio è considerato pesante e anche già incombente: «È vero che la gran parte delle imbarcazioni adesso sono fuori, ma già a settembre cominceranno a rientrare e soprattutto è adesso che si sottoscrivono i contratti per l'autunno» spiega Rossi. «E se gli armatori e i capitani, come capita quasi sempre, fanno un sopralluogo e verificano che da lì non si riesce a passare, è ovvio che decideranno di portare le navi altrove – aggiunge Bottai –. Per questo è fondamentale chiarire la situazione al massimo entro dieci giorni».
Le opzioni, infatti, sono due: «Se si tratta di una sosta per un periodo limitato, che si protrarrà solo per qualche settimana, i danni sarebbero limitati, anche se la si doveva gestire diversamente – continua il vicepresidente dell'Uip –. Ma se vi fosse una concessione per un tempo più lungo, come noi temiamo, la situazione potrebbe essere catastrofica».
Il punto, però, è anche che, almeno fino a ieri mattina, nessuno sapeva come stessero davvero le cose: «Abbiamo scritto alla Port Authority di Livorno ma non abbiamo ricevuto risposta, il sindaco di Pisa non ne sapeva nulla e l'autorità portuale dei Navicelli ha preso iniziative a dir poco deboli» dice senza mezzi termini Bottai. «Almeno da un certo punto in poi, infatti – continua – loro erano stati informati dato che hanno ricevuto il calendario con i giorni in cui vi sarebbe stata una nave ormeggiata davanti alla foce e si sono limitati a girarcela per informazione». Perché, in effetti, ogni tanto la foce è libera: oggi, ad esempio, sarebbe un giorno quasi buono perché la nave davanti allo sbocco al mare ci sarà solo dalle 19,30 in poi. Domani, però, la foce sarà sostanzialmente chiusa per tutta la mattina e la stessa accadrà anche lunedì.
La sintesi la fa il presidente Madonna: «Noi chiediamo di aprire un confronto immediato con la Port Authority di Livorno». Ma la chiosa del vice Bottai, forse, è anche più significativa: «Se è precluso, o anche fortemente limitato, l'accesso al mare tramite il Canale dei Navicelli, è evidente che è a rischio l'intero comparto della nautica pisana: dunque, auspichiamo che il dialogo con le istituzioni preposte possa risolvere il problema: non ci fermeremo fino a che il problema non sarà risolto in modo definitivo. Siamo pronti anche a coinvolgere il ministero delle Infrastrutture».
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