Pisa, lutto all'Università: è morto il professor Brugnolo
Aveva 69 anni ed era ordinario di critica letteraria
PISA. Ateneo in lutto per la morte, a 69 anni, del professore Stefano Brugnolo. Nato a Padova, era professore ordinario di critica letteraria e letterature comparate al Dipartimento di filologia, letteratura e linguistica.
Il ricordo
Di seguito, il ricordo dei colleghi e degli amici. «Stefano Brugnolo è stato uno studioso acuto e brillante: allievo di Francesco Orlando, con il quale si è laureato nel 1980 con la tesi “Il surrealismo e la psicoanalisi freudiana”, ne ha sviluppato il pensiero verso una teoria della letteratura – suo campo d’indagine di elezione – che insisteva sulle molteplici valenze e significati del testo letterario, intrecciando riflessioni di ordine sociale, culturale e politico. Secondo Brugnolo nei testi si incrociavano, scontravano, punti di vista differenti e contradditori, e i suoi libri e saggi – più di cento – si sono mossi in questa direzione».
Un maestro
Stefano Brugnolo, continuano i colleghi, «è stato un maestro nel farci vedere come in ogni opera, nella più famosa e studiata come nella meno conosciuta, si nascondeva sempre un qualcosa di inaspettato, d’inatteso, rendendo semplice, rendendo comprensibile, anche il testo più difficile. E questo valorizzare nel testo le differenze, le posizioni contrastanti e spesso inconciliabili, ha caratterizzato non solo la postura dello studioso, ma anche quella dell’uomo, dell’amico, del maestro: gentile, comprensivo, capace di mettersi in dubbio e di riconosce le ragioni dell’altro, anche quelle a lui meno congeniali. Con Gianni Iotti, Sergio Zatti e Luciano Pellegrini ha fondato il Seminario d’interpretazione testuale che, da 12 anni, arricchisce la comunità intellettuale pisana. Brugnolo sapeva guidare i più giovani alla scoperta delle esperienze umane custodite negli scritti dei grandi pensatori della cultura occidentale. Le sue lezioni – sempre frequentatissime – si distinguevano per libertà di pensiero, accoglienza verso tutti i punti di vista, e passione intellettuale. Non possiamo non ricordare qui la sua gentilezza, generosità e disponibilità: verso i colleghi, certo, ma soprattutto verso gli studenti e dottorandi, che considerava sin da subito interlocutori e amici e per i quali era disponibile ben più di quanto fosse richiesto a un docente universitario, sempre con il sorriso dolce, il tono tranquillizzante, i modi calmi».