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Tirrenia, la furia dei vandali in tre stabilimenti balneari: le indagini per risalire agli autori – Video

di Andreas Quirici

	Una delle cabine divelte (foto Stick)
Una delle cabine divelte (foto Stick)

Investigatori al lavoro su impronte e immagini delle telecamere. Dal Bagno Corallo: «Ci siamo trovati di fronte a 50 cabine distrutte»

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TIRRENIA. Sdraio sistemate a mo’ di salottino con bottiglie di birra e vino lasciate ovunque. Ma soprattutto tantissime porte delle cabine – in tutto circa 50 – distrutte con calci senza un vero perché. Solo per il gusto di spaccare tutto in una notte tra noia e troppo alcol. È questa la scena che si è presentata ieri mattina, domenica 8 giugno, ai responsabili del bagno Corallo di Tirrenia, il più danneggiato durante una serata di pura follia da parte di un gruppo di persone arrivate dalla spiaggia con l’intenzione di fare danni.

Una situazione che sul litorale pisano si verifica spesso ormai da anni. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso, perché gli stabilimenti presi di mira sono tre: oltre al Corallo anche il Venere e il Tirrenia. E perché tra i titolari delle attività balneari c’è la sensazione di un’escalation tra violenza e sensazione d’impunità. Tanto che Riccardo Barboni, del Bagno Venere, dopo l’altra sera, si è deciso a ingaggiare una guardia notturna fissa: «Così non va. I vandali sono sempre più spregiudicati e spavaldi. Serve un giro di vite». Nello suo stabilimento si contano nove porte di cabine gravemente danneggiate. «Le abbiamo riparate subito per quello che potevamo fare – spiega l’imprenditore – ma dovremo sostituire alcune serrature, quelle messe peggio. Ma il problema è che questi episodi si ripetono sempre più spesso. Io, come molti nostri clienti, dormo qui, ma non ho sentito niente. Sono arrivati dalla spiaggia e hanno agito indisturbati. Da noi non ci sono telecamere, ma dovremo adeguarci alla situazione attivando la vigilanza».

Il conto economico dei danni è notevolmente peggiore per il Bagno Corallo, dove il titolare, Marzio Gabrielli, appare davvero sconsolato. «Ci siamo trovati di fronte a 50 cabine distrutte – racconta il balneare – . Sono state sfondate le porte a calci e molte non sono riparabili. Abbiamo trovato bottiglie di birra e vino in spiaggia che sono state rubate da un magazzino dello stabilimento».

Per fare le cose per bene, gli autori dei danneggiamenti e della maxi bevuta a scrocco nell’arenile trasformato in un privè, con le sedie a sdraio in cerchio, hanno rubato anche patatine che, ovviamente, hanno accompagnato il vino e la birra. La speranza dei proprietari del bagni è di poter ricevere la notizia che le forze dell’ordine sono riuscite a individuare i vandali. E questo potrebbe accadere, visto che i tecnici della Scientifica ieri mattina erano al lavoro per analizzare le bottiglie e ricavare impronte ed elementi utili all’indagine.

Perché una situazione del genere non è davvero più tollerabile lungo la maggior parte del litorale pisano, ma soprattutto nello spazio dell’arenile corrispondente a Tirrenia.

Considerando che siamo praticamente all’inizio della stagione estiva, essere già alle prese con questo genere di danneggiamenti rischia di scoraggiare gli imprenditori. Ma anche di creare possibili momenti di tensione che potrebbero avere sviluppi incontrollabili dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico. Impossibile immaginare, infatti, cosa sarebbe successo se Gabrielli avesse avuto voglia di fare due passi di notte sulla spiaggia, trovandosi col gruppetto che si stava divertendo dopo la devastazione. 

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