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Pisa, ordinanza anti alcol annullata in piazza Gambacorti: il Comune pensa a nuovi provvedimenti

Pisa, ordinanza anti alcol annullata in piazza Gambacorti: il Comune pensa a nuovi provvedimenti

Il Tar ha bocciato il provvedimento e l'amministrazione non farà ricorso. Ma non rinuncia a intervenire

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PISA. Il Comune non farà ricorso in appello al Consiglio di Stato dopo che il Tar ha annullato l’ordinanza anti-degrado e anti-alcol di piazza Gambacorti (o piazza della Pera). Da Palazzo Gambacorti, sede comunale, questa è l’indicazione che emerge. D’altra parte, l’ordinanza (anzi, la sua proroga) è comunque quasi scaduta (9 febbraio). E poi il Tribunale regionale ha bocciato i presupposti sui cui si basava il provvedimento e dunque l’utilizzo dello strumento stesso.

Il ricorso di un esercente della piazza

Con l’ordinanza il sindaco aveva vietato in piazza Gambacorti la vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche, e la consumazione su aree e spazi pubblici di tali bevande, ad eccezione di quella effettuata nei pubblici esercizi, tutti i giorni dalle 21 alle 24. Un esercente della zona, difeso dagli avvocati Cristina Polimeno e Martina Bianchi, aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza considerato che «avrebbe subìto una contrazione degli introiti». Tra i motivi alla base del ricorso «l’eccesso di potere» in quanto «non sussisterebbe né il requisito della “contingibilità” né dell’urgenza» e la «sproporzione della misura».

Il perché dell'annullamento

Per il Tar «l’istruttoria dell’amministrazione non ha dimostrato l’esistenza» dei presupposti «indispensabili» della «contingibilità e urgenza». In più ha respinto l’utilizzo di un’ordinanza per intervenire nel caso di piazza Gambacorti. «Affinché sia dimostrato il corretto uso di uno strumento che è, e rimane eccezionale, occorre – si legge nella sentenza – che alla base del provvedimento vi siano circostanze specifiche e precise, riferite alla comunità locale che si va a incidere, così come è indispensabile che la motivazione del provvedimento trovi riscontro in precisi dati che l’amministrazione comunale deve aver acquisito in via istruttoria, evidenziando il carattere proporzionale e necessario del provvedimento adottato». Il punto, per il Tribunale regionale, è che «nulla di tutto ciò è presente nel caso in esame». Si sottolinea infatti che «l’istruttoria dell’amministrazione non ha dimostrato l’esistenza proprio di quei presupposti della contingibilità e urgenza, indispensabili per il ricorso allo strumento». L’intenzione del Comune «di disciplinare le attività di alcune tipologie di esercizi commerciali e in determinate aree» è una fattispecie «che avrebbe richiesto l’emanazione di specifici atti regolamentari, ricorrendo così a istituti dal carattere più generale e maggiormente idonei a disciplinare situazioni in cui non risultino pienamente accertati i presupposti della contingibilità e urgenza». In conclusione «il ricorso è fondato e va accolto, sussistendo il difetto di istruttoria e di motivazione, unitamente all’assenza dei presupposti per il ricorso allo strumento dell’ordinanza contingibile e urgente».

Allo studio nuovi provvedimenti

Non è detto però che la vicenda sia conclusa qui. A Palazzo Gambacorti starebbero valutando la possibilità di inserire provvedimenti specifici per la piazza nel nuovo regolamento di polizia urbana in fase di stesura. Si tratta di uno strumento che prevede divieti e sanzioni per la tutela e il decoro della città, a garanzia della sicurezza dei cittadini (interverrà ad esempio per togliere librerie e ristoranti dall’elenco di attività sanzionabili per certe situazioni legate al suolo pubblico). Ma, a differenza dell’ordinanza, il regolamento di polizia urbana comprende un percorso partecipativo, una deliberazione del consiglio comunale e requisiti di non lesività del diritto di impresa e della concorrenza.l

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