Pisa, l’ultima canzone al Dr. Jazz verrà suonata dalle ruspe
Il Comune dà l’ok alla demolizione dell’ex locale in via Vespucci
PISA. Chissà se sarà salvato almeno il piccolo graffito disegnato sul muro da Keith Haring. O se le ruspe distruggeranno anche quello, insieme ai muri che per oltre 15 anni hanno ospitato il Dr.Jazz, in via Vespucci. Il Comune (proprietario dell’immobile, acquisito dal precedente proprietario a causa di abusi edilizi mai demoliti) ha approvato il progetto per la demolizione dell’edificio che si trova nel cortile accessibile dal numero 10 della via in zona stazione.
La struttura
L’edificio, abbandonato ormai dal 2010, è in stato di degrado: alcuni accessi sono stati murati con i mattoni, ma ciò non ha impedito che l’interno venisse riempito di rifiuti, così come la zona esterna. Con il vecchio regolamento urbanistico l’immobile venne inserito in una scheda norma mai attuata e quindi decaduta. Già quello strumento prevedeva la sua demolizione che, comunque, è sempre possibile visto che si tratta di un edificio abusivo. Ma non sono certo gli strumenti urbanistici che possono toccare le corde dei ricordi e delle emozioni parlando del Dr. Jazz. Perché qui 200 metri quadri dal 1994 al 2010 hanno rappresentato una vera e propria mecca per gli appassionati di Jazz (e in generale di musica) di tutta Italia, dando spazio anche ad allora giovani di belle speranze che sarebbero sbocciate in celebrità.
La storia
L’artefice di tutto questo fu Gigi Rombi, e già la sua è una storia dentro la storia. Perché l’idea del locale non nasce a Pisa, ma in Germania, a Düsseldorf. È lì, nella capitale della Renania che Rombi era andato a lavorare nei locali, come tantissimi altri italiani. Solo che il posto dove svolgeva il compito di lavapiatti si chiamava proprio Dottor Jazz. E Rombi fece una promessa a se stesso, di quelle più importanti da mantenere: «Se avrò un mio locale – si disse – lo chiamerò Dr. Jazz».
La storia però, quasi mai prende strade dritte senza ostacoli. Dunque, al suo ritorno in Italia e a Pisa Rombi non si dedicò a un locale destinato alla musica, ma un più classico ristorante. Era La stanzina, a due passi dalla Torre del Campano e dalla Sapienza. La svolta arrivò in maniera tragica: una notte Rombi fu svegliato da una telefonata che gli diceva di andare immediatamente al locale. Il pavimento del piano di sopra aveva ceduto e nel crollo era rimasta ferita l’anziana che abitava nell’appartamento. La donna morì dopo circa un mese e a Rombi non rimasero che le macerie del suo ristorante. Fu allora che – come ha raccontato più volte – «qualcuno decise di investire sulla mia disperazione». Si trattava del distributore di birre che serviva La stanzina, che accettò di prestargli 15 milioni delle vecchie lire. Fu con questo piccolo capitale che iniziò la vita del Dr. Jazz in via Vespucci.
I big
Nel giro di pochi anni il locale si fece un nome nella comunità di appassionati di musica pisani, toscani e italiani. Fra i nomi divenuti celebri che calcarono quel palco si ricordano un giovanissimo Stefano Bollani, ma anche Enrico Rava e Paolo Fresu, oltre alla cantante Michela Lombardi. Fra coloro che entrarono nel Dr. Jazz ci fu anche Keith Haring, che realizzò il graffito che ricordavamo all’inizio. L’orologio del Dr. Jazz si inceppò intorno al 2010: colpa dell’affitto alto, dei lavori da fare e della prospettiva di veder comunque demolito l’edificio. Il 10 marzo 2010 vi venne tenuta un’ultima jam-session, poi le note fecero spazio solo al silenzio. E ora il prossimo suono sarà quello delle ruspe.
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