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La protesta

Pisa, gli studenti si accampagno in tenda per la Palestina nel giardino dell'università

Pisa, gli studenti si accampagno in tenda per la Palestina nel giardino dell'università

La mobilitazione: «Fermate l’aggressione militare»

13 maggio 2024
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Pisa È iniziata l’accampata delle tende ai giardini di Antichistica, Storia e Filosofia, organizzata da Studenti per la Palestina. «Da mesi, ormai, nella città di Pisa gli studenti – scrivono i promotori della mobilitazione – lottano a sostegno della popolazione palestinese, sottoposta al genocidio israeliano e a decenni di apartheid, e per la fine delle complicità delle nostre istituzioni con quanto sta avvenendo. Oggi le proteste studentesche hanno assunto una scala e un rilievo globali, come hanno mostrato gli accampamenti nei campus americani. I tentativi di reprimere la voce delle persone che protestano per la Palestina non hanno avuto efficacia; oggi, ancora una volta, ci uniamo al coro delle centinaia di manifestazioni sorte al fianco del popolo palestinese nelle università di tutto il mondo».

Le università «non si possono ritenere neutrali: esse – proseguono – svolgono un ruolo politico fondamentale e oggi più che mai sono legate a doppio filo con la filiera bellica, oltre ad avere rapporti diretti con le università israeliane, capisaldi dell’occupazione dei territori palestinesi».

Il movimento Studenti per la Palestina chiede «che l’Università di Pisa denunci fermamente l’aggressione militare israeliana contro la popolazione palestinese e il genocidio, che si esprima contro l’invasione di Rafah e si pronunci per la fine dell’apartheid e dell’occupazione israeliane, oltre a fornire aiuti umanitari con tutti i mezzi possibili alla popolazione palestinese e alla sua comunità accademica colpite». Inoltre «la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano; la risoluzione di tutti gli accordi con aziende belliche e/o direttamente coinvolte negli scenari di occupazione in corso».

Una richiesta anche al governo italiano, ovvero «la risoluzione dell’accordo bilaterale di cooperazione nel campo della ricerca e dello sviluppo industriale, scientifico e tecnologico del 2000 tra Italia e Israele».

«Per noi accamparsi in università non è solo un gesto di protesta, ma una possibilità – concludono – di riappropriarci dei nostri spazi e aprirli a tutti coloro che intendono riflettere e informare sul tema palestinese. Ora è il momento di prendere una decisione: liberiamo l’Università da logiche belliciste e coloniali, finché la Palestina non sarà libera. Invitiamo a passare dall’accampamento per parlare, fornire supporto politico e materiale, utilizzare ogni spazio della società».
 

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