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Pisa, il fantino Dominik Pastuszka è morto: fatale l’incidente a San Rossore


	Dominik Pastuszka in gara a San Rossore
Dominik Pastuszka in gara a San Rossore

La caduta nella gara a ostacoli davanti alla moglie che era tra il pubblico

03 febbraio 2024
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PISA. Una caduta che non gli ha lasciato scampo. Dominik Pastuszka, fantino di origini polacche, residente a Merano, che avrebbe compiuto 36 anni tra pochi giorni, non è riuscito a vincere la sua ultima sfida, quella per la vita. Le condizioni di Pastuszka erano disperate fin da quando insieme al suo cavallo War Brave è caduto rovinosamente durante una gara a ostacoli al premio Oleandro sul prato degli Escoli. Era la quarta delle sette corse della giornata, in programma quando è avvenuta la tragedia, nel pomeriggio di giovedì, sotto lo sguardo disperato della moglie, che era arrivata da Merano insieme alla loro bambina di un anno e mezzo.

Il cavallo è stato abbattuto poche ore dopo il drammatico incidente, mentre il fantino veniva trasportato al pronto soccorso di Cisanello praticamente senza speranze. Qui è stato operato in neurochirurgia e poi trasferito in terapia intensiva. Nel pomeriggio di venerdì alle 14, 30 è iniziato l’accertamento di morte cerebrale. Corsa finita per lui, clinicamente morto. Tant’è che i medici hanno informato i familiari che non ci sarebbero state possibilità per il giovane, dichiarato ufficialmente morto nella mattina di domenica 4 febbraio. Choc nelle scuderie di San Rossore. La vittima è un fantino esperto e un professionista specializzato nelle corse a ostacoli e aveva già corso molte altre volte nell’impianto pisano. In passato ha anche vissuto per un periodo a Pisa nel quartiere di Barbarcina, lo stesso dell’ippodromo, dove alcuni parenti avevano aperto una scuderia. Il mondo dell’ippica è in lutto.

«Esprimiamo la nostra più profonda vicinanza a Dominik Pastuszka, e alla sua famiglia». Così Sonny Richichi, presidente di IHP, Italian Horse Protection, la prima associazione italiana di tutela dei cavalli, che ha sede a Montaione. «Dal nostro punto di vista, ribadiamo come sia oggi del tutto inaccettabile sottoporre gli animali a questo sfruttamento in nome di manifestazioni che tra l’altro godono anche di sempre minor seguito tra i cittadini» prosegue Richichi.

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