Pisa, l’arrivo dei carabinieri al Cisam crea i primi malumori. Il Pd: «Si consuma suolo»
In arrivo il parere della Comunità del Parco
PISA. Si riunisce stamani a San Rossore la Comunità del Parco (rappresentanti delle Province e dei Comuni che ne fanno parte) . Dovrà esprimere un parere, non vincolante (ma politico sì) , sulla nuova proposta dei carabinieri sulla base dei reparti speciali da collocare tra Cisam a San Piero a Grado e Pontedera.
Sull’argomento posizioni e sensibilità sono differenti anche nel Pd, il partito sia di Eugenio Giani, presidente della Regione, che di Lorenzo Bani, presidente dell’Ente Parco, tra i principali sostenitori della proposta dell’Arma.
Ma in area Dem comincia a manifestarsi un dissenso neanche troppo velato. I Giovani Democratici temono un impatto pesante sull’ambiente: «Un polmone verde a pochi passi da basi militari, industrie e uno dei porti commerciali più grandi di Italia, da abbattere e sostituire da 400mila m³ di edifici in uno dei territori più inquinati come il litorale Toscano. Preoccupa anche la poca chiarezza rispetto al destino dei rifiuti radioattivi nell’area. Se da una parte accogliamo positivamente la volontà del completo smantellamento del complesso infrastrutturale dell’ex reattore, riteniamo indispensabile un chiarimento rispetto alla nuova sede per i materiali radioattivi in quella sede stoccati. E ciò è a nostro avviso dirimente e prioritari o rispetto a qualsiasi intervento nel luogo».
Il consigliere comunale Pd Enrico Bruni si unisce «alle preoccupazioni del presidente della Provincia, Massimiliano Angori, relative a ogni possibile aumento di consumo di suolo all’interno del Parco; questa, ad oggi, sembra l’unica certezza del progetto. L’area di San Piero oggi ha bisogno di tutt’altri investimenti: trasporto pubblico, valorizzazione del patrimonio sociale e culturale, nonché un ripensamento delle strategie di turismo naturalistico. In questo quadro, la destinazione dell’area Cisam alla cittadella dei carabinieri non solo rappresenta la disintegrazione sul piano urbanistico di San Piero, paralizzandone i collegamenti, ma va nella direzione opposta all’unica ipotesi auspicabile: la completa rinaturalizzazione delle aree già edificate e di quelle usate per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Perché non vengono utilizzate le caserme Gamerra e Bechi Luserna, vuote o fortemente sottoutilizzate? In questo modo si eviterebbe nuovo cemento e nuovo consumo di suolo. Se davvero si vuole una base diffusa, come il sindaco Conti ha tante volte detto, si escluda del tutto l’idea di una grande base accentrata per la quale a Pisa non c’è posto.»
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