Sanità in Tribunale

Pisa, nervo lesionato durante la biopsia: paziente risarcita dall’ospedale

di Pietro Barghigiani
Pisa, nervo lesionato durante la biopsia: paziente risarcita dall’ospedale

L’errore medico le aveva provocato la menomazione del braccio sinistro

23 maggio 2023
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PISA. Una biopsia di routine con effetti dannosi per un’anziana uscita dall’intervento con la lesione di alcuni nervi della spalla sinistra. E dopo un primo no del Tribunale di Pisa a un risarcimento danni sostanzioso – 208mila euro – ora l’Azienda ospedaliera decide di pagare dando esecuzione alla sentenza della Corte d’Appello che ha accolto la tesi della pensionata pisana 82enne. Un conto che, comprese le spese legali sostenute dalla donna nei due gradi di giudizio, supera i 50mila euro.

Alla fine i giudici di secondo grado hanno stabilito che l’operatore dell’Aoup commise un errore nella «biopsia chirurgica escissionale di linfonodo superficiale laterocervicale». Una manovra errata alla base del collo che andò a danneggiare alcuni nervi, costringendo l’anziana a restare ko con il braccio e la spalla sinistra. Era il dicembre 2011.

L’ospedale aveva argomentato la sua difesa sostenendo che la paziente soffriva di patologie pregresse e che nessuna responsabilità poteva essere imputata agli operatori sanitari nel collegamento causale tra biopsia e lesioni nervose.

La Corte d’appello, nella rilettura della consulenza tecnica d’ufficio, ha inquadrato il caso con un’ottica opposta a quella del Tribunale pisano.

Scrivono i giudici che «né la lesione subita dalla paziente può essere ricondotta ad una complicanza tale da integrare gli estremi di una causa non imputabile come si legge nelle difese dell’appellata (Aoup) , trattandosi di complicanza certamente prevedibile e che doveva essere evitata, secondo quanto rilevato dalla consulente tecnica d’ufficio la quale affermava di potere ascrivere ad una connotazione soggettiva la complicanza occorsa dovendo essere individuata nel ruolo “manuale” dell’operatore in corso di procedura bioptica la causa delle lesioni riportate dalla paziente».

Se da un lato spetta al danneggiato provare la lesione subìta e il peggioramento delle sue condizioni per effetto dell’intervento medico, compete alla struttura sanitaria la dimostrazione che la causa di quella lesione non sia dipesa da errore medico, negligenza o imperizia nell’esecuzione dell’intervento.

«Tale onere probatorio non è stato assolto dall’Azienda Ospedaliera – ribadisce la sentenza – che non può ritenersi esonerata di tale adempimento per il fatto che, a suo dire, sarebbe mancato qualsivoglia allegazione da parte attrice in merito alla negligenza e/o imperizia del medico che praticava l’intervento di biopsia chirurgica»l



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