Il Tirreno

Pisa

Lo choc Covid e la rivoluzione che ci ha reso tutti più digitali

di Antonio Cisternino
Lo choc Covid e la rivoluzione che ci ha reso tutti più digitali

La testimonianza del professor Cisternino che ha “navigato” nella tempesta  della pandemia per assicurare prima la didattica e oggi servizi innovativi

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Il 2023 segna il primo anno senza emergenza Covid e mi fa riflettere sui cambiamenti che questa pandemia ha portato nella nostra vita. Personalmente, ho avuto l'importante compito di digitalizzare tutte le attività dell'Università di Pisa per far fronte al lockdown che è iniziato il 9 marzo 2020. È stato un periodo di grande responsabilità e sfida, ma siamo riusciti a garantire il proseguimento delle attività universitarie nonostante le difficoltà. Ora posso guardare al passato con un senso di orgoglio per il lavoro svolto.

La quiete prima della tempesta

Quando la pandemia di Covid-19 colpì l'Italia nel 2020, lavoravo nell'organizzazione IT dell'Università di Pisa e mi trovai subito di fronte alla responsabilità di migrare tutte le attività accademiche on-line. Con il lockdown rigoroso, era chiaro che la didattica frontale doveva essere trasformata in didattica a distanza, e questo significava esplorare e sfruttare le piattaforme cloud disponibili e integrarle con il sistema di identità dell'Ateneo. Non c'era tempo da perdere, con migliaia di attività formative che dovevano essere erogate in un semestre.

Il 4 marzo: l'inizio delle danze

Mercoledì 4 marzo mattina il Rettore convoca una riunione d'emergenza con le figure di riferimento per annunciare che il Ministro aveva comunicato lo spostamento delle attività a distanza a partire da lunedì 9 marzo: gli atenei dovevano sospendere le attività in presenza. Ricordo che ci misi qualche minuto a metabolizzare l'informazione appena ricevuta e le sue conseguenze. Dopo un momento di shock, condiviso con i presenti, cominciammo a discutere animatamente sulle azioni da intraprendere, ognuno per le aree di propria competenza.

La transizione in quattro giorni

Una volta definita la direzione abbiamo cominciato tutti a lavorare convulsamente, il personale IT per contribuire a supportare la transizione alla didattica a distanza di quasi 2.000 docenti, il Comitato del Sistema Informatico di Ateneo a contribuire a diffondere le informazioni presso tutte le strutture. Ho ricordi molto intensi di quei giorni, fatti non solo di cicli di sviluppo e test continui, ma anche di innumerevoli call Teams per supportare i colleghi e dare consigli non solo su come utilizzare gli strumenti, ma anche su come rivedere il materiale perché fosse condivisibile, e su come si potesse rendere il proprio materiale disponibile online agli studenti. Ricordo di aver dormito tra le tre e le quattro ore a notte in quei giorni, e il resto del tempo era un lavorare frenetico, validando ipotesi fatte e sperando che l'impalcatura reggesse all'avvio della didattica a distanza.

9 marzo 2020: il Dad-Day

Dopo quattro giorni di lavoro continuo, il lunedì 9 marzo abbiamo cominciato con 2.000 insegnamenti e circa 30.000 studenti on-line. Tutto è filato liscio, l'impalcatura è stata sufficientemente robusta per reggere l'impatto. Ovviamente non tutti e 2.000 gli insegnamenti avevano lezione il primo giorno e questo ci ha dato tempo prezioso per mettere tutto a pieno regime e supportare i colleghi mentre si apprestavano a cominciare l'avventura della Dad. Lo stesso giorno Conte annunciava il primo lockdown, quello più duro. Dichiarati servizi essenziali, il personale IT dell'Ateneo, incluso il sottoscritto, poteva andare al lavoro per assicurare il funzionamento dei servizi. Ricordo chiaramente le strade spettrali mentre andavo in ufficio ad assicurare che i servizi funzionassero e a supportare i colleghi.

La solidarietà di fronte alla crisi

Durante il processo di transizione digitale della comunità, tutti si sono messi a disposizione e hanno imparato nuovi strumenti, accettando i problemi che una transizione del genere inevitabilmente introduceva. Un collega appena pensionato mi chiama per chiedere aiuto nella conduzione di un corso a distanza, non avendo una formazione tecnica scientifica. Dopo aver verificato che tutte le strutture dati fossero a posto, il collega aveva difficoltà ad utilizzare Teams su un Mac. L’ho assistito passo per passo e in pochi minuti era pronto ad operare. Ha tenuto l'intero corso senza problemi, dimostrando la sua capacità di apprendere nuovi strumenti nonostante la sua età e la sua formazione lontana dalla tecnologia.

Costruire per il futuro

Come tutti ben ricordiamo ci sono state varie fasi durante la pandemia, e ciascuna ha richiesto di individuare soluzioni IT, e ogni volta ho cercato di fare investimenti guardando anche al post pandemia, e alcuni degli strumenti che oggi stanno divenendo portanti delle nostre infrastrutture di servizio sono nati per affrontare problemi legati alla pandemia.

A maggio 2020 il Dirigente della direzione affari legali in cui si trova l'ufficio elettorale, mi chiama dicendo "Antonio, hai mica un'idea di come fare a svolgere le elezioni studentesche a distanza?". Il caso ha voluto che avessi appena letto di una libreria open source per realizzare sistemi di voto elettronico che mi aveva colpito e nella mia ingenuità pensai che con poco sforzo avrei potuto usarla per realizzare un sistema di voto interno. È nato così Eligere, il sistema di voto elettronico open source che mantengo ed è già stato usato da altri Atenei e dalla CRUI per svolgere operazioni di voto elettronico. Ad oggi il sistema ha supportato l'elezione in oltre 700 collegi elettorali raccogliendo decine di migliaia di voti.

Ad agosto del 2020 mi chiama il Rettore chiedendomi di trovare una soluzione al tracciamento dei contatti in aula. Dopo un primo momento di scetticismo, decido di riesumare una vecchia idea che avevo avuto tempo prima e sviluppiamo il sistema Signs: attaccando oltre 30.000 codici QR sulle sedute di Ateneo tracciamo quindi chi si siede in un particolare posto e, in caso di contatto positivo, è possibile capire che aveva vicino.

A luglio 2021, in vista dell'avvio dell'anno accademico con la didattica mista, il Rettore chiede di sviluppare un software per gestire in modo equo l'alternanza tra partecipazione in presenza e a distanza alle lezioni, sulla scia di un'esperienza analoga fatta a Bologna. Sempre con lo spirito di costruire per il futuro, il software creato si è evoluto oggi in Agenda Didattica, uno strumento che si sta rivelando sempre più importante come supporto al percorso di studi di ciascun studente.

Un nuovo inizio

Come responsabile dell'IT dell'Ateneo, sono orgoglioso del lavoro svolto in questi tre anni per rendere l'università più digitale, grazie all'impegno del personale IT e alla loro dedizione nei momenti più difficili della pandemia, anche lavorando nei weekend e la sera. Il nostro successo si riflette nei 35.000 utenti che quotidianamente usano i nostri servizi digitali, un enorme aumento rispetto alle poche migliaia del passato. Sebbene abbiamo fatto molti progressi, il nostro lavoro non è ancora finito e l’Ateneo sta ancora cercando di consolidare e migliorare i processi sviluppati durante l'emergenza. I nostri strumenti digitali si sono rivelati preziosi e continueremo a lavorare al loro sviluppo insieme al tavolo per la Transizione Digitale e al delegato del rettore per la Transizione Digitale, Giuseppe Anastasi. Personalmente, sono grato per aver avuto la possibilità di lavorare con persone splendide e di costruire un senso di comunità che spero duri nel tempo. Ringrazio tutti i miei colleghi IT e del Comitato del SIA per il loro impegno e dedizione.

 

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