Conti: Roma può attendere, non sono in corsa per le politiche
«Le persone per strada me lo chiedono e questo sicuramente mi lusinga ma vorrei proseguire come sindaco anche in un secondo mandato»
PISA. «Molti cittadini mi fermano per strada chiedendomi se mi candido alle elezioni politiche. A tutti rispondo, sorridendo, che Roma può attendere. Mi lusinga la domanda, segno concreto di stima di molti, ma la mia unica preoccupazione è fare bene il sindaco nell’ultima parte della consiliatura che termina a giugno 2023 e, se i pisani mi accorderanno nuovamente la loro fiducia, proseguire il lavoro anche per i cinque anni successivi. L’ho annunciato lo scorso 25 marzo in occasione della nascita della formazione civica Pisa al Centro, lo ribadisco oggi con maggiore convinzione». Michele Conti, sindaco di Pisa, libera subito il campo dalle indiscrezioni tornate in crescita in questi giorni di campagna elettorale “balneare”.
Sindaco, perché non ha firmato l'appello dei sindaci contro le dimissioni da premier di Draghi?
«Perché è un metodo che non condivido. Non mi piacciono gli appelli, i comitati dei saggi, le lettere aperte degli intellettuali: strumenti elitari che qui in Toscana conosciamo bene, perché da anni vengono usati sistematicamente dal centrosinistra. Bisogna avere rispetto dei cittadini che, finalmente, torneranno a esprimersi con l’unico strumento democratico che abbiamo a disposizione: il voto. Nella democrazia rappresentativa le crisi di governo devono essere risolte in Parlamento».
Dicono i suoi avversari: sono solo calcoli politici, con la Lega in calo nei sondaggi. Cosa ne pensa? Attribuisce responsabilità al suo partito?
«La responsabilità, se mi si consente il gioco di parole, è aver avuto senso di responsabilità. La Lega ha partecipato al governo di unità nazionale e sostenuto il governo Draghi in una coalizione eterogenea e di larghissima maggioranza. La classica situazione in cui le decisioni da prendere passano attraverso un processo di mediazione lungo e complicato, a volte poco comprensibile dagli elettori. Ma era giusto farlo. Ora, tornando allo schema classico insieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e centristi, ogni partito riuscirà a recuperare la propria identità e fornire una proposta politica chiara. Sono certo che anche la Lega recupererà consenso, rispetto ai mesi passati».
In caso di successo del centrodestra sarebbe concorde con l’ipotesi di Giorgia Meloni premier?
«Il centrodestra, correttamente e storicamente, chiarisce ai propri elettori che se uno dei tre partiti della coalizione prende un voto in più degli altri ha il diritto di indicare il premier. Penso sia una regola di buon senso che è giusto applicare anche stavolta».
Svanita l’eventualità di un election day con le amministrative: per lei meglio o peggio?
«Election day o meno credo, che le elezioni amministrative siano molto diverse dalle politiche in ogni territorio, tranne forse nelle grandi città italiane. In una città di 92mila abitanti come Pisa, pur nella sua complessità, i cittadini guardano molto ai servizi, alla qualità della vita, alla risoluzione dei problemi quotidiani, al miglioramento dei quartieri con manutenzione ordinaria e straordinaria, all’offerta culturale e alla creazione di momenti di condivisione e di spazi di aggregazione. Sono finiti, per fortuna, i tempi in cui l’ideologia muoveva il consenso e si chiedevano i voti in base alle tesi programmatiche discusse in circoli chiusi, ma poi la città era piena di buche, male amministrata, e i cittadini lasciati soli di fronte alle proprie difficoltà. Per questo il 25 marzo scorso ho fondato una lista civica che affiancherà i partiti tradizionali di centrodestra, per avere uno strumento in più di contatto con la gente e con il territorio, senza il quale non si può amministrare bene una città».
Come procede la formazione della sua lista?
«Pisa al Centro sta crescendo e riscontrando interesse e partecipazione. Non solo per i tanti professionisti, giovani, membri delle associazioni, lavoratori, professori universitari che mi chiedono di poter partecipare attivamente dando il loro contributo per la prossima campagna elettorale per le amministrative. Ma anche per l’aspettativa che ha creato nella popolazione residente. Nel mese di luglio abbiamo iniziato la nostra campagna di ascolto nei quartieri, portando il gazebo di Pisa al Centro a Riglione e a Marina di Pisa. In entrambe le occasioni tanti cittadini ci hanno esposto problemi piccoli e grandi da risolvere nei loro quartieri, ringraziando per l’opportunità. Continueremo in autunno con questo metodo, andando in ogni piazza di Pisa, prima per ascoltare e poi per presentare il nostro programma per la Pisa del futuro. Abbiamo un lavoro da terminare e idee chiare da condividere».
Nella coalizione di centrosinistra manca ancora il candidato sindaco: cosa ne pensa?
«Non mi permetto di commentare vicende interne nel campo altrui. Prima o poi uno sfidante sarà presentato. Io sono in campo da mesi, forte del lavoro fatto e delle idee nuove che presenteremo. Poi, come sempre, decideranno i pisani».
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