Il Tirreno

Pisa

Il fuoco ormai non è più una minaccia ma ci vorranno anni per sanare la ferita

Sara Venchiarutti
Il fuoco ormai non è più una minaccia ma ci vorranno anni per sanare la ferita

Filettole Le stime dei danni, i controlli per evitare nuovi focolai, il ruolo del volontariato

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VECCHIANO. Le fiamme alte, la paura di rimanere intrappolati. È passato qualche giorno, anche se sembrano di più. Il peso dei turni e delle poche ore di sonno si fanno sentire. Il fuoco adesso si è assopito. Non strepita più come mercoledì scorso, quando si è fatto strada tra i boschi sopra Filettole. Ha scavato sotto i pini tipici della macchia mediterranea, si è fatto strada nel sottobosco. Poi, rabbioso, è arrivato fino alle chiome degli alberi.

Dietro di sé una scia di vegetazione bruciata. La si vede bene passando sulla strada del Lungomonte che costeggia la frazione di Vecchiano e scivola nella provincia di Lucca. Il marrone di foglie e tronchi secchi ha preso il posto del verde. La situazione non preoccupa più come prima, anche se è in azione un monitoraggio costante per allontanare il rischio di un’eventuale ripresa di fiamma nella parte ancora intonsa del perimetro dell’incendio. Ma non è stato semplice. Soprattutto mercoledì scorso, il giorno dopo lo scoppio dell’incendio.

«L’area di Filettole – racconta un volontario dell’Aib – è impervia e le fiamme erano alte perché in questa zona era da tanto che non bruciava nulla. Di conseguenza c’era molto materiale combustibile, soprattutto le piante resinose del sottobosco. Poi le fiamme erano alimentate dal vento, che per fortuna non ha mai oltrepassato i 20 km/h, e quindi c’era anche il pericolo di rimanere intrappolati. In alcuni momenti è stato importante attestarci vicino alle abitazioni per difenderle». Intanto nella giornata di venerdì tutte le persone che erano state evacuate, anche Laiano e le Muracce sono state fatte rientrare. L’incendio è sazio, si è “accontentato” di mangiare 92 ettari di bosco selvatico su terreni privati grazie al pronto intervento di vigili del fuoco, operatori regionali e comunali e i tanti volontari e volontarie dell’Aib (Antincendio boschivo) . E dei mezzi aerei che stanno continuando a sorvolare la zona e a effettuare dei lanci di acqua sulle piccole riprese di fiamma, sempre nell’area del bruciato, che ogni tanto fanno sollevare qualche colonna di fumo. «C’è una ripresa sulla cresta del monte», dicono gli operatori a terra. L’elicottero arriva, prende l’acqua dal vicino fiume Serchio e sgancia. Ora però si deve cominciare a fare i conti con i danni. Per l’80% l’incendio è sotto controllo, mentre sono cominciate le operazioni di bonifica sul restante 20% dell’area. Che significa «fare il perimetro dell’area interessata dall’incendio e “staccarla” dal resto, mettendo soprattutto in sicurezza il verde sopravvissuto. L’importante è che, in caso di ripresa, non venga attaccato altro bosco. Però ci vorranno anni prima che l’area torni come prima e la vegetazione ricresca, partendo dal sottobosco», spiega Enrico Bernardini, direttore delle operazioni Antincendi Boschivi. «Si è trattato – spiega – di un incendio topografico, ossia che segue l’andamento della pendenza del monte. A complicare la situazione anche l’attraversamento delle linee elettriche».

Provvidenziali invece gli alti livelli di umidità raggiunti nella notte, soprattutto quella tra giovedì e venerdì scorsi, con picchi anche al 90%. A dare man forte alle fiamme «la siccità e il forte stress idrico che le piante stanno subendo troppo presto», avverte Bernardini. «Abbiamo davanti – spiega – ancora agosto e settembre, i mesi più caldi dell’anno. Sarà difficile arrivare così in autunno, se non ci saranno più precipitazioni. Almeno si stanno progressivamente abbassando le ore di luce: il giorno, con le temperature più elevate, si accorcia». Intanto, anche nella giornata di ieri «sono state attive – spiega il sindaco Massimiliano Angori – 4 squadre antincendio, con 14 volontari a pranzo al Circolo di Filettole, e la presenza del direttore delle operazioni, il tutto coordinato egregiamente dalla Regione Toscana a cui voglio esprimere i più sentiti ringraziamenti per il coordinamento dei soccorsi di questi giorni. La sorveglianza attiva in presenza con volontari Aib proseguirà per tutto il fine settimana, anche con operatori specializzati forestali della Comunità Montana Valdicecina, coordinati dalla Regione Toscana. A disposizione l’elicottero». Una macchina «instancabile, quella del volontariato locale e dei Comuni limitrofi – continua il sindaco – ma anche del comando dei vigili del fuoco di Genova. Sempre presente il comando provinciale dei vigili del fuoco di Pisa. Non finiremo mai di dire grazie a tutti. Nei prossimi giorni seguiremo le fasi del ripristino e per i danni provocati dall’incendio, ma metteremo anche a punto un momento corale di ringraziamento, con il supporto delle nostre associazioni locali, per tutta la frazione filettolina che ha reagito al meglio. Tante anche le donne che si sono messe a disposizione di questa emergenza, dimostrando che non c’è differenza di genere che tenga quando si parla di tutela della comunità».

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