Il Tirreno

Pisa

La stazione Marconi sempre più nel degrado, la figlia: «Situazione che mi addolora»

Danilo Renzullo
La stazione radio di Coltano (foto Fabio Muzzi)
La stazione radio di Coltano (foto Fabio Muzzi)

Pisa, quella che dovrebbe essere un monumento mondiale rimane una ferita inferta alla memoria del padre. Un ammasso di pietre e mattoni sfaldati da tempo e incuria 

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PISA. «Quella di Coltano è una situazione che continua ad addolorarmi». È lapidaria Elettra Marconi. Quasi a voler dimenticare quella ferita inferta alla memoria del padre Guglielmo e alla storia dei sistemi di telecomunicazione. Taglia corto, ma esprime ugualmente quello che definisce un “dolore” che oggi, nel giorno del “World Radio Day”, sembra amplificare quell’sos lanciato a più riprese negli ultimi decenni, ma caduto sempre nel vuoto. E mentre oggi nel mondo si celebra la nona giornata internazionale della radio, istituita dall’Unesco per esaltare la radio come “strumento per migliorare la cooperazione internazionale e per incoraggiare le principali reti e radio perché promuovano la libertà di accesso all’informazione”, Pisa continua ad interrogarsi su come cercare di salvare quello che è ormai poco più di un rudere, ma soprattutto di cosa fare della Stazione Marconi, la struttura dove il premio Nobel per la fisica fece i primi esperimenti sui segnali radio la cui evoluzione ha posto le basi per la nascita dei moderni sistemi di comunicazione.

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Un ammasso di pietre e mattoni, sfaldati dal tempo e dall’incuria. Travi in legno marcite che, nonostante tutto, continuano a reggere brandelli di tetto resistiti all’abbandono che ha contraddistinto gli ultimi decenni di quello diventato nel corso degli anni un luogo fantasma. Svuotato della storia che conteneva. Umiliato da infiniti iter burocratici e dal disinteresse generale. Dimenticato, abbandonato. A più riprese ricoperto da rovi e vegetazione. Contraddistinto da abbandono e degrado. «Quella di Coltano è una situazione che continua ad addolorarmi», commenta la principessa Elettra Marconi, impegnata negli ultimi giorni a raccontare agli studenti delle scuole romane quel “miracolo tecnologico” con cui il padre, da quell'edificio di Coltano, riuscì a rivoluzionare la storia delle comunicazioni e non solo. «Un orgoglio europeo trasformato in rudere e discarica», lo definì qualche anno fa l’erede del premio Nobel per la fisica risvegliando l’interesse attorno a quello che dovrebbe essere un tempio delle telecomunicazioni, nuovamente scemato con il passare del tempo e facendo ancora una volta spazio ad abbandono e degrado.

Quel luogo che “ospitò” la rivoluzione delle telecomunicazioni continua a rimanere una ferita nella lunga e gloriosa storia della radio e dei moderni sistemi di comunicazione.

VIDEO. Le nostre riprese dal drone nel gennaio 2018

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