Il Tirreno

Pisa

la fontina 

Zerocalcare disegna il logo e appoggia il crowdfunding

Danilo Renzullo
Zerocalcare disegna il logo e appoggia il crowdfunding

Il noto fumettista ha deciso di sostenere la raccolta fondi della Nuova Periferia Polivalente che sei anni fa ha occupato l’area degli impianti sportivi

02 dicembre 2018
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san giuliano terme. Si avvale anche del sostegno di Zerocalcare la campagna di crowdfunding lanciata dalla Nuova periferia polivalente per i lavori di manutenzione e ammodernamento degli impianti sportivi de La Fontina. Il noto fumettista ha disegnato il logo che accompagna la raccolta fondi organizzata dall’associazione che sei anni fa ha occupato l’area sportiva che sorge al confine tra Pisa e San Giuliano Terme per sottrarla al degrado e all’abbandono che l’ha contraddistinta per oltre un decennio.

La scorsa settimana, la Provincia, ente proprietario degli impianti, ha stipulato con l’associazione un contratto di gestione per sei mesi, rinnovabile fino al bando per l’assegnazione definitiva. La campagna di crowdfunding (questo il link per donare: www.produzionidalbasso.com/project/illuminiamo-lo-sport-popolare/) permetterà di sostenere economicamente l’associazione e i lavori di messa a norma dell’impianto elettrico degli spazi chiusi (ex spogliatoi e tensostruttura); l’illuminazione del passaggio pedonale fra via Pratale e via Carducci e il ripristino degli impianti di illuminazione dei campi di calcetto, basket, tennis, pallavolo e quello del campo da calcio a undici. «Il nostro obiettivo era e rimane quello di sottrarre uno spazio pubblico alle ipotesi di privatizzazione e speculazione – sottolineano i membri dell’associazione –. I sei mesi di assegnazione rappresentano un tempo troppo breve per poter progettare e realizzare gli interventi di cui quest’area avrebbe bisogno, ma l’atto (che segue un dialogo durato oltre sei mesi tra gli occupanti e l’ente proprietario, ndr) apre un precedente per tanti spazi occupati e autogestiti della nostra città. Tante persone, nel corso degli anni, hanno in parte sopperito alle lacune e ai disastri istituzionali anche riappropriandosi di spazi abbandonati: adesso – conclude l’associazione – è arrivato il momento di riconoscere il valore di queste esperienze, capaci di restituire alla città spazi di cui era stata privata, come è avvenuto per la Nuova periferia polivalente». —

Danilo Renzullo

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