Lei diventa lui, sì del Tribunale
Le novità: subito la correzione anagrafica e non è obbligatorio sottoporsi all’intervento chirurgico
PISA. Si può passare da donna a uomo senza per forza sottoporsi a un intervento chirurgico. La declinazione anagrafica del cambio di genere è autonoma e non deve necessariamente essere subordinata a un’operazione. È la storia di una giovane pisana, sofferente di disforia di genere, protagonista di una sentenza, la prima su Pisa e uno delle poche in Italia, che non solo autorizza la donna a cambiare sesso a livello anatomico, ma impone all’ufficiale dello stato civile di procedere immediatamente alla rettifica del nome. Lo ha già scelto per la sua nuova vita maschile la giovane che da donna diventerà uomo, almeno all’anagrafe e in un futuro prossimo, se lo vorrà, anche fisicamente. Lei si trasforma in lui con un duplice via libera contestuale chirurgico e documentale. La sentenza è stata pronunciata dal collegio del Tribunale civile (presidente Dinisi, giudice relatore D’Alfonso e giudice Mercadante) sulla causa avviata dall’avvocato Cristina Polimeno. «Siamo orgogliosi della prima sentenza del Tribunale di Pisa che, aderendo alla strada indicata nel 2016 dalla Corte di Cassazione, finalmente riconosce il diritto delle persone transessuali ad ottenere una sentenza di rettificazione del genere e del nome senza l'obbligo di sottoporsi all'intervento chirurgico preliminarmente» commenta l’avvocato, anche consulente legale del Consultorio TransGenere di Torre del Lago. Il passo in avanti è il superamento dello scoglio che finora imponeva il cambio di nome solo dopo l’operazione. La novità recepita dalla sentenza pisana ha già avuto altri pronunciamenti in Italia. Per ora si contano sulle dita di una mano. Scrive il Tribunale: «Il trattamento medico-chirurgico non è, infatti, più un prerequisito per accedere al procedimento di rettificazione anagrafica, ma solo un mezzo funzionale al benessere psicofisico della persona. Aggiunge il legale: «Con un importante avanzamento sul piano dei diritti delle persone transessuali come anche indicato dalla Corte Europea dei diritti umani, prevale la tutela della salute della persona sulla corrispondenza fra sesso anatomico e sesso anagrafico, perciò il trattamento chirurgico non è più un prerequisito per accedere alla rettificazione anagrafica del sesso». Il Tribunale, sulla base di una certificazione medica e di un percorso accreditato impostato dal consultorio di Torre del Lago, ha autorizzato la donna a diventare subito uomo per l’anagrafe e, quando lo vorrà, anche sotto il profilo anatomico. «Così si eviteranno quelle situazioni spiacevoli che allontanano queste persone dai luoghi di lavoro – spiega l’avvocato –. Presentarsi ai colloqui con il corpo da uomo e il nome da donna, o viceversa. Ora non succederà più». La sentenza non rende felice solo la giovane nata in un corpo di donna e che da anni si sente uomo quasi a tutti gli effetti. È una vittoria anche del consultorio e della presidente Regina Satariano. Conclude l’avvocato Polimeno: «Il percorso di supporto alla transizione messo in campo da questa struttura di eccellenza del nostro territorio (convenzionata con la Regione e la Usl 5) e la documentazione prodotta - in particolare la relazione peritale del dottor Massimo Lavaggi -, che accoglie persone provenienti da tutta Italia, è stata ritenuta sufficiente a fondare il convincimento del giudice in ordine alla fondatezza della domanda rivolta al Tribunale».