L’operazione “Tre Buche” riporta alla luce la storia
di Donatella Lascar
Successo per l’intervento di pulizia nato dalla collaborazione tra Serfogli e Antoni L’obiettivo è recuperare altri monumenti dimenticati e creare nuovi itinerari
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PISA. L’operazione “scopriamo le Tre Buche” è andata a buon fine.
L’intervento di pulizia dai rovi di ieri mattinata ha riportato alla luce il monumento realizzato dal cardinale Cosimo Corsi nel 1863 a memoria dell’opera idraulica seicentesca con cui il Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici fece deviare il corso del fiume Arno che fino a quel momento sfociava in via Arnino a Marina.
La sfida personale tra l’assessore Andrea Serfogli e la consigliera comunale Valeria Antoni (M5S), l’ha vinta questo monumento dimenticato che ora è di nuovo visibile. Oltre all’associazione Confgiardinieri ConfcommercioPisa, che con la loro competenza sono stati fondamentali per la riuscita dell’impresa, all’appuntamento si sono presentati in tanti, tra i quali il vicepresidente del Ctp del litorale Alessandro Burchi, il presidente della Pubblica assistenza del litorale pisano Aldo Cavalli, il rappresentante dell’associazione La nostra Pisa Roberto Meini, il consigliere del Ctp 6 Massimiliano Mennucci e tanti semplici cittadini.
«Abbiamo fatto pressioni sull’assessore Serfogli che poi ci ha coadiuvato con la consigliera Antoni per realizzare questa impresa - spiega Mennucci -. Questo è solo l’inizio perché consultando gli archivi storici, abbiamo scoperto che ogni due o tre chilometri fino alla vecchia foce in via Arnino, ci sono altre strutture che servivano sempre a regimare le acque e che vogliamo riportare alla luce per farne anche un percorso turistico».
«In genere ci occupiamo di escursionismo e di turismo ambientale - precisa il presidente della sezione pisana dell’associazione Piedi in cammino Michele Colombini -. Tre anni fa abbiamo lanciato il progetto “Marina cammina”, con cui promuoviamo itinerari all’interno della tenuta di Tombolo, e la nostra idea è di inserire questo luogo dimenticato, insieme agli altri che devono essere ancora ripuliti, in itinerari turistici per sviluppare una nuova sentieristica fruibile a tutti durante tutto l’anno».
Durante i lavori di ripulitura dell’area è emersa anche una vecchia pergola in ferro, appartenente ad un ristorante sorto in quel luogo negli anni Sessanta e che, dopo la chiusura, è stato dimenticato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento di pulizia dai rovi di ieri mattinata ha riportato alla luce il monumento realizzato dal cardinale Cosimo Corsi nel 1863 a memoria dell’opera idraulica seicentesca con cui il Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici fece deviare il corso del fiume Arno che fino a quel momento sfociava in via Arnino a Marina.
La sfida personale tra l’assessore Andrea Serfogli e la consigliera comunale Valeria Antoni (M5S), l’ha vinta questo monumento dimenticato che ora è di nuovo visibile. Oltre all’associazione Confgiardinieri ConfcommercioPisa, che con la loro competenza sono stati fondamentali per la riuscita dell’impresa, all’appuntamento si sono presentati in tanti, tra i quali il vicepresidente del Ctp del litorale Alessandro Burchi, il presidente della Pubblica assistenza del litorale pisano Aldo Cavalli, il rappresentante dell’associazione La nostra Pisa Roberto Meini, il consigliere del Ctp 6 Massimiliano Mennucci e tanti semplici cittadini.
«Abbiamo fatto pressioni sull’assessore Serfogli che poi ci ha coadiuvato con la consigliera Antoni per realizzare questa impresa - spiega Mennucci -. Questo è solo l’inizio perché consultando gli archivi storici, abbiamo scoperto che ogni due o tre chilometri fino alla vecchia foce in via Arnino, ci sono altre strutture che servivano sempre a regimare le acque e che vogliamo riportare alla luce per farne anche un percorso turistico».
«In genere ci occupiamo di escursionismo e di turismo ambientale - precisa il presidente della sezione pisana dell’associazione Piedi in cammino Michele Colombini -. Tre anni fa abbiamo lanciato il progetto “Marina cammina”, con cui promuoviamo itinerari all’interno della tenuta di Tombolo, e la nostra idea è di inserire questo luogo dimenticato, insieme agli altri che devono essere ancora ripuliti, in itinerari turistici per sviluppare una nuova sentieristica fruibile a tutti durante tutto l’anno».
Durante i lavori di ripulitura dell’area è emersa anche una vecchia pergola in ferro, appartenente ad un ristorante sorto in quel luogo negli anni Sessanta e che, dopo la chiusura, è stato dimenticato.
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