Il prete mette al bando le preghiere dei militari
Monsignor Cecconi ha scritto alla Cei: «Risalgono alle guerre di espansione mentre i temi devono essere allineati alla Costituzione e al Concilio Vaticano II»
CALCI. «La preghiera dell'aviatore e quella del marinaio, che vengono recitate anche qui a Calci in occasione delle cerimonie in ricordo della tragedia del Monte Serra del 1977, sono inadeguate dal punto di vista teologico e anche in contraddizione con la carta costituzionale: per questo ho scritto alla conferenza episcopale italiana chiedendo di valutare la possibilità di cambiarle».
L'affondo di monsignor Antonio Cecconi, oggi parroco di Calci e in passato direttore della Caritas diocesana di Pisa e vice di quella italiana, è arrivato nel corso della presentazione del "Vangelo della Pace", l'ultima fatica di monsignor Roberto Filippini, vescovo di Pescia e teologo e intellettuale da sempre impegnato nel dialogo ecumenico e interreligioso.
Cecconi ha poi precisato che «la Conferenza episcopale italiana si dichiarata non competente perché la valutazione spetta all'ordinariato militare che non ha manifestato grande volontà di cambiamento perché ha detto che si tratta di testi che appartengono a una tradizione cara ai militari».
È l'impostazione delle preghiere che non piace al prelato e non singoli passaggi: «Sono preghiere - conclude - che risalgono a una Chiesa preconciliare e a uno Stato che faceva le guerre d'espansione io ho chiesto invece soltanto che i testi fossero allineati ai dettati costituzionale e del Concilio Vaticano II».
L'evento, ospitato nei locali del teatro Valgraziosa, ha aperto l'incontro degli obiettori di coscienza e dei ragazzi in servizio civile che hanno svolto il loro servizio in una delle sedi della Caritas diocesana, organizzato in occasione della celebrazione di San Massimiliano, primo martire per obiezione di coscienza. Un centinaio in tutto quelli che non hanno voluto mancare all'incontro su un totale di 484 giovani che dal 1979 ad oggi, hanno deciso di dedicare un periodo della loro vita al servizio dei più deboli e di chi fa più fatica e che hanno affollato le poltroncine della sala teatrale.
Fra loro anche il professor Andrea Bonaccorsi, economista e preside del corso di laurea in Ingegneria gestionale dell'ateneo pisano, l'assessore comunale Andrea Serfogli, l'amministratore unico della Sepi Michele Passarelli Lio, l'ex assessore provinciale Nicola Landucci, l'architetto Alessandro Baldassari, il vicepresidente delle Acli provinciali Andrea Valente e molti altri obiettori e ragazzi in servizio civile che, negli anni, si sono succeduti nei servizi della Caritas diocesana.
La proposta, invece, è arrivata da monsignor Filippini: «Dal punto di vista teologico c'è bisogno di approfondire una teologia della pace a partire dalla quale rileggere la nostra fede cristiana: in tal senso è fondamentale insistere con impegno ancora maggiore per la promozione del dialogo ecumenico e interreligioso e occorre che la chiesa scelta con forza e convinzione teoria e prassi della nonviolenza. Papa Francesco lo ha fatto in modo inequivoco nel messaggio per la giornata mondiale della pace ma sarebbe importante che la Chiesa desse un segno concreto in tal senso: perché non destinare una quota, anche minima, dell'otto per mille al sostegno degli istituti e centri di ricerca impegnati nello studio e nella divulgazione delle scienze per la pace? Ci renderebbe molto più credibili, quando parliamo di pace».
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