Maxi risarcimento per lo schianto mortale
Il Tribunale: la Provincia di Pisa paghi agli eredi 600mila euro
PISA. Un morto a 37 anni in un incidente stradale. Una sentenza che assegna a una vedova e a due orfani minorenni 600.000 euro come risarcimento. Soldi rimasti impressi solo sulla carta del verdetto che ha riconosciuto agli eredi una liquidazione del danno non ancora pagato. E così, a distanza di oltre sette anni dallo schianto mortale in cui perse la vita un muratore albanese, la vedova, anche per conto dei figli minori, torna alla carica e cita in giudizio la Provincia, l’ente la cui responsabilità nella morte dell’uomo era stata accertata primo grado dal Tribunale civile. Ci sono il lutto, non monetizzabile che lacera moglie e figli, e le cause delle azioni legali che fissano le modalità dei possibili risarcimenti, in una storia attraversata da lacrime e rabbia.
La vittima dell’incidente stradale si chiamava Gazmend Xhafa, 37 anni, muratore albanese, residente a Montecalvoli, nel comune di Santa Maria a Monte. Il 16 settembre 2008 era al volante della sua Peugeot 106 quando, percorrendo la Sp 5 “Francesca” finì fuori dalla carreggiata concludendo la sua corsa contro un muretto. Uno schianto senza appello lungo il tratto che dal Ponte alla Navetta porta a Montecalvoli, quasi all'altezza delle cateratte dell'Arno sul territorio di Calcinaia. L’auto francese sventrata. Il corpo senza vita di Gazmed estratto dall’abitacolo. Una scena che cristallizza la fine di una vita in una tragedia e l’inizio di una maratona legale contro la Provincia, proprietaria e responsabile della manutenzione della strada.
A sei anni dall’incidente il Tribunale riconosce le ragioni degli eredi del muratore, assistiti dall’avvocato Carlo Cavalletti, e condanna il 2 settembre 2014 la Provincia a vedova e orfani la somma complessiva di oltre 600.000 euro. Quella strada è pericolosa (in quei 14 km da Pontedera a Santa Croce sull’Arno tra il 2008 e il 2012 ci sono stati tre morti, 213 incidenti con 250 feriti) e nel tratto diventato teatro dello scontro mortale le precauzioni per la sicurezza degli automobilisti erano lacunose. Anzi, per il Tribunale è palese la negligenza della proprietà alla quale, di conseguenza, il giudice addebita le cause dell’incidente fatale.
La Provincia contesta le conclusioni della magistratura pisana e impugna la sentenza davanti alla Corte d’Appello chiedendo la sospensione dell’efficacia dell’esecutività. In sostanza in attesa del pronunciamento del secondo grado non intende pagare i 600.000 euro. La richiesta, però, viene respinta. Quei soldi a vedova e orfani vanno liquidati subito. Si arriva così a una nuova citazione a giudizio - prima udienza a marzo - per ottenere un risarcimento che già nel settembre 2008 era stato fissato e definito legittimo. Ma la Provincia non ci sta a saldare ribadendo di non aver alcuna responsabilità nell’aver agevolato lo schianto mortale. E torna in aula per opporsi al pagamento dei 600.000 euro agli eredi del muratore albanese.