Parà morti nel frontale, patteggia 2 anni
Velocità eccessiva e sorpasso azzardato contestati all’autista del Ducato su cui viaggiavano le vittime finito contro un Tir
PISA. Una velocità eccessiva e un sorpasso azzardato sia per le condizioni del manto stradale che per lo spazio ridotto della carreggiata. Una conduzione di guida incauta che il 12 ottobre 2013 provocò la morte di due caporali dei parà e che in Tribunale si è tradotta in un patteggiamento a 2 anni (pena sospesa e non menzione) per omicidio colposo nei confronti dell’autista del mezzo militare, Roberta De Nuccio, 22 anni, di Mesagne (Brindisi), all’epoca dei fatti residente a Pisa, su cui viaggiavano le vittime con altri commilitoni rimasti solo feriti. Il gup Giuseppe Laghezza ha disposto anche come pena accessoria la sospensione della patente per 2 anni e mezzo. Il Fiat Ducato dell’esercito alle 10,30 andò a schiantarsi sull’Aurelia in località Tombolo contro un Tir carico di lastre di marmo all’altezza di Camp Darby. Uno scontro che si rivelò fatale per Giuseppe Luca Rizzi, 21 anni, di Barletta e Fabio Grendene, 20 anni, di Milano. Le lesioni alla testa si rivelarono letali all’istante per entrambi. Entrambi avevano il grado di caporale e da qualche settimana si erano trasferiti nella caserma che ha formato migliaia di parà.
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De Nuccio, nell’ottobre 2013 domiciliata nella caserma Gamerra, era alla guida del Ducato, e nell’incidente subì lesioni al torace e all'addome finendo in prognosi riservata. Erano in sette su quel furgone e stavano rientrando da un servizio di vigilanza alla caserma Lustrissimi della Brigata Folgore a Livorno. De Nuccio non aveva fatto la nottata di guardia. Era andata a prendere i commilitoni smontanti per riportarli alla Gamerra.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma il Ducato, che procedeva in direzione di Pisa, azzardò il sorpasso di una Bmw station wagon condotta da una signora di Livorno, con una velocità sconsiderata e senza valutare le condizioni della strada come larghezza e tenuta del fondo. In quegli attimi dall’esito tragico, la conducente vide il Tir provenire dalla direzione opposta e tentò di rientrare sulla destra, ma lo spigolo sinistro della motrice centrò la fiancata del lato guidatore del Ducato dando il via a una carambola mortale conclusa contro un pino. Per Rizzi e Grendene il decesso fu istantaneo. Gli altri cinque militari furono soccorsi e trasferiti a Cisanello. Roberta De Nuccio venne ricoverata in rianimazione e dopo qualche settimana tornò nel suo paese in attesa di un giudizio del Tribunale per quel sorpasso a tutta velocità concluso con due giovani vite spezzate.