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Ai maturandi pisani piace il saggio breve

di Sharon Braithwaite
 Ai maturandi pisani piace il saggio breve

PISA. Niente Luminara per i maturandi pisani. Molta l’ansia per l’inizio degli esami di Stato e poca la voglia di festeggiare il santo patrono. C’è chi ha seguito i fuochi d’artificio in diretta tv e...

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PISA. Niente Luminara per i maturandi pisani. Molta l’ansia per l’inizio degli esami di Stato e poca la voglia di festeggiare il santo patrono. C’è chi ha seguito i fuochi d’artificio in diretta tv e chi ha chiacchierato su Skype con gli amici, come Nicola Ceccarelli, il primo studente dell’Istituto tecnico Antonio Pacinotti a terminare la prima prova. «Tanta la tensione nella fatidica notte prima degli esami: ho dormito poco e male. Per cercare di distrarci, io e i miei amici ci siamo dati appuntamento su Skype, abbiamo riso e scherzato fino a notte fonda – racconta Ceccarelli -. La prova che temo di più è la seconda, economia aziendale. Per quanto riguarda la prima prova, invece, non è stato facile scegliere: ho escluso la prima tipologia visto che Italo Calvino non era incluso nel programma scolastico. Alla fine ho optato per il saggio breve, ambito socio-economico, sulle sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale».

Anche Andrea Porpiglia ha preferito la tipologia del saggio breve, ma con indirizzo tecnico-scientifico, su come lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione. «Lo sviluppo dei dispositivi di telefonia mobile ha portato ad un esito “agrodolce” – spiega Porpiglia -. Da una parte ha aperto una finestra nel mondo, dall’altra ha spalancato le porte alla solitudine».

Andrea Paolicchi, Matteo Gelli, Giuseppe Mammoliti hanno optato per questa tipologia, «anche se avremmo preferito tracce sull’Expo o sull’Isis – raccontano -. Ci preoccupa la seconda prova».

I primi maturandi ad uscire dal liceo scientifico Ulisse Dini sono tre compagni di classe: Annafranca Cassese, Chiara Bologna e Marco Buccheri. «Ho scelto il saggio breve, tipologia ambito artistico-letterario sulla letteratura come esperienza di vita – dice Cassese -. I libri come fuga della realtà ma anche come modo per ritrovare sé stessi. Ho affrontato questo argomento collegando più discipline. In tasca ho il mio porta fortuna: una fiche americana che ho trovato in terra l’anno scorso, la porto sempre con me».

«Ci aspettavamo tracce più difficili, alla fine erano tutte più o meno fattibili. Ho fatto l’analisi del testo di Italo Calvino», afferma Buccheri, mentre Chiara Bologna aggiunge: «La prova di matematica è sicuramente quella che temiamo di più: credo che ripasserò solo qualche formula, ma non farò esercizi, credo sia controproducente farli a ridosso dell’esame».

Al liceo classico Galileo Galilei, Paolo Santagata è il primo a finire la prova d’italiano: «Ho scelto il tema storico sulla Resistenza. Ho affrontato l’argomento, trattato ampiamente durante l’anno, dal punto di vista delle popolazioni: come hanno vissuto il conflitto, le stragi nazifasciste di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, la nascita del Comitato di Liberazione Nazionale, l’eccidio di Porzûs e la Liberazione. Speriamo che per la seconda prova di latino ci sia Seneca».

«Quanta tensione questa notte! Ho svolto il saggio breve di tipo letterario, con riferimenti a poeti e filosofi – racconta Rebecca Robentini -. Penso di iscrivermi alla facoltà di Giurisprudenza».

Giulio Lischi ha trascorso la sera del 16 in compagnia di amici. «Abbiamo bevuto una birra e poi siamo andati a letto. Non ero preoccupato per la prova di italiano, temo di più la terza prova di lunedì prossimo».

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