È morto Fausto Calderazzo studioso di fama mondiale
Docente di chimica e scienziato pluripremiato a livello internazionale Pasquali, ex allievo e già rettore: «Ci lascia una lezione di rigore morale»
PISA. Pochi sono gli scienziati che hanno dato lustro all'Università di Pisa come il professor Fausto Calderazzo, venuto a mancare nella notte della scorsa domenica. È sufficiente una rapida ricerca in rete per rendersi conto dell'ampiezza del suo apporto nel campo della chimica inorganica ma a confermarlo autorevolmente è Marco Pasquali, ex rettore dell'Università e allievo di Calderazzo: «Era uno scienziato di fama internazionale, ovunque andassi nel mondo c'era sempre qualcuno che mi chiedeva se lo conoscessi, una vera autorità. Tuttavia la più grande eredità che ci ha lasciato è quella morale: una lezione di integrità e di rigore che andava di pari passo con l'amore per la scienza».
Nato a Parma nel 1930, arrivò a Pisa nel 1968 già come affermato dirigente di un laboratorio internazionale a Ginevra.
Dal momento del suo arrivo diede vita ad una vera “scuola” raccogliendo intorno a sé i ricercatori più brillanti (oltre allo stesso Pasquali, molti suoi ex allievi sono a loro volta professori rinomati): il suo lavoro sui polimeri gli valse onorificenze e pubblicazioni in ogni parte del mondo. Professore emerito, ricevette l'Ordine del Cherubino, fu membro dell'Accademia dei Lincei e pubblicò un testo insieme a Giulio Natta (uno degli ultimi chimici italiani insigniti del Nobel) sulle proprietà dei metalli carbonilici. Il gruppo interdivisionale di chimica organometallica della Sci (Società chimica italiana) gli conferisce nel 1994 il premio “Gico”: un premio che, con scadenza biennale, nella categoria senior viene conferito a un illustre scienziato italiano che abbia sviluppato la propria attività prevalentemente in centri di ricerca nazionali.
«Era severissimo – racconta ancora Pasquali – ma lo era prima di tutto con se stesso. Sapeva mettere da parte qualsiasi diverbio in nome della scienza: non importava chi fosse l'interlocutore, se andava da lui con un quesito scientifico, Fausto lo avrebbe accolto sicuramente». Anche se aveva compiuto 84 anni, la sua passione era ancora intatta: sembra infatti che stesse per finire un volume ripescando un lavoro giovanile. La famiglia (la moglie Roberta e i due figli Marco e Gianluca) ha scelto una cerimonia civile per il funerale: sarà possibile dare l'ultimo saluto fino alle 15,30 di oggi nella sede della Pubblica Assistenza, quindi la sepoltura avverrà nel cimitero di Ghezzano. La signora Roberta ha voluto raccontarlo così: «Era un grande uomo, sia sul lavoro che negli affetti. Gli sono arrivati riconoscimenti dagli Usa, da Israele, da tutta Europa. Per il lavoro ha dato tutto quello che poteva dare e sono contenta che molti dei suoi allievi abbiano seguito la strada dell'insegnamento. Si è creato nel tempo un bellissimo rapporto».
Luca Lunedì
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