Pisa, ecco l'assassino di Zakir: è fuggito in Tunisia
Svolta nelle indagini per l'omicidio del 34enne bengalese. Identificate quattro persone (fra le quali un minorenne) residenti a San Lorenzo a Pagnatico nel territorio del comune di Cascina. L'uomo che ha sferrato il pugno è Hamrouni Hamza, un autotrasportatore di 26 anni di origini tunisine, ma da tempo in Italia: sarà chiesta l'estradizione
PISA. Si chiama Hamrouni Hamza, è un autotrasportatore di 27 anni tunisino: gli investigatori sono convinti che sia lui l'uomo che ha sferrato il pugno mortale che ha ucciso Zakir Hossain, il bengalese di 34 anni morto a Pisa dopo 36 ore di agonia a causa di un violentissimo colpo al volto sferrato senza apparenti motivi.
PIU' DI MILLE AL CORTEO DI SOLIDARIETA' IN CENTRO A PISA - FOTO - VIDEO
Con lui, altri tre giovani residenti in provincia di Pisa, a San Lorenzo a Pagnatico nel territorio del comune di Cascina: Simone Tabbita di 22 anni e un minorenne parente del presunto omicida. I due sono stati denunciati per favoreggiamento: hanno ammesso le loro responsabilità. Il quarto componente del gruppo, 20 anni, è ritenuto estraneo ai fatti. Intanto questa mattina è stata svolta l'autopsia.
LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA
A quanto si apprende, Hamza martedì pomeriggio è volato a Tunisi dove ora si trova: ne sarà chiesta l'estradizione. Il gruppo, composto da quattro persone, è stato individuato grazie al video diffuso dalle autorità: decisiva la segnalazione di una persona che ha visto le immagini e ha messo la polizia sulle tracce dei quattro. Durante una perquisizione sono stati trovati gli abiti che indossavano, e i giovani hanno confermato di aver partecipato al fatto.
Gli inquirenti li descrivono come un gruppo di balordi che andava in giro a provocare e a cercare lo scontro con chiunque. Non ci sarebbe dunque un movente razzista. Ma è dunque confermato che l'aggressione è avvenuta per futili motivi. Hamrouni Hamza si è avvicinato a Zakir Hossain e lo ha apostrofato con un insulto in arabo. Questa indicazione all'inizio ha reso più complicato il lavoro degli inquirenti, perché secondo i testimoni il gruppo era composto da italiani. Hamza in effetti parla sia l'arabo sia l'italiano: è in Italia da oltre dieci anni.
"Nessun 'knockout game" dunque chiarisce il prefetto Francesco Tagliente, spiegando come per le indagini sull'omicidio siano state determinanti sia "le capacità investigative degli operatori" sia "le immagini del sistema di videosorveglianza e l'anagrafe delle telecamere". L'esclusione dell'ipotesi knockout game - la moda giovanile che consiste nel colpire un ignaro passante e scappare - scongiura "il rischio di pericolose emulazioni", ha aggiunto Tagliente in una nota successiva alla conferenza stampa in procura.
Il prefetto esprime "grande soddisfazione per l'esito delle indagini e gratitudine per il questore Gianfranco Bernabei, per la magistratura e per gli investigatori della squadra mobile pisana" che hanno permesso "la tempestiva identificazione del gruppo degli aggressori e la conseguente denuncia dell'omicida e dei responsabili del favoreggiamento". "La questione della sicurezza in città - aggiunge - è stata posta al centro della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica" durante il quale "è stato manifestato il profondo cordoglio alla famiglia della vittima e solidarietà all'intera comunità dei bengalesi, che si è sempre distinta per l'osservanza delle leggi e la laboriosità di tutti i suoi componenti". Alla riunione, conclude Tagliente, hanno partecipato anche "rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti" con i quali "è stata ritenuto importante valutare nuove e più stringenti misure per la gestione della movida pisana".
Oggi alle 15 è in programma un corteo di solidarietà per Zakir e per la comunità bengalese, che a Pisa conta circa 1.500 persone.
VIDEO / LE SEQUENZE DELL'OMICIDIO
VIDEO / IL PUGNO CHE HA UCCISO ZAKIR