Il Tirreno

Pisa

Le sanzioni sono salatissime, un automobilista pisano ha proposto invano il suo ricorso davanti al magistrato

Cellulare in auto? Multa anche da fermo

Antonio Scuglia
Guidare e telefonare sono attività che non vanno d’accordo
Guidare e telefonare sono attività che non vanno d’accordo

Il giudice di pace convalida la sanzione: niente telefonino in fila al semaforo

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 PISA. Sei alla guida? Se non hai auricolare e viva voce, non parlare al telefonino, nemmeno se sei fermo. Il giudice di pace Dario Bongiorno, con la sentenza 1591/2010, ha respinto nei giorni scorsi il ricorso di un automobilista contro una sanzione che gli era stata comminata dalla polizia municipale (violazione dell'articolo 173 commi 2-3 codice della strada).  Una marachella in realtà frequentissima, ma piuttosto grave quanto alle possibli conseguenze: multa da 150 a 600 euro circa, e in caso di recidiva entro due nani, sospensione della patente da uno a tre mesi.  L'uomo era stato multato nel febbraio scorso «per avere fatto uso di cellulare privo di auricolare o vivavoce durante la guida» ed ha spoegato al giudice: «E' vero, ho utilizzato il telefonino, ma solo mentre ero fermo in coda al semaforo rosso». Secondo il giudice, «il ricorso è infondato e va respinto: l'art. 173 vieta l'uso di apparecchi radiotelefonici, a eccezione di quelli dotati di vivavoce o di auricolare, durante la marcia. Tale accezione ricomprende ogni situazione comunque ricollegata alla guida del veicolo e dunque anche la fase di arresto per motivi dovuti al traffico, o alla presenza di impianti semaforici. Nel caso di specie il veicolo fermo al semaforo proiettante luce rossa è da considerarsi in marcia». Per il magistrato è «evidente la volontà del legislatore di vietare l'utilizzo dei cellulari durante la guida del veicolo, ogni qual volta il medesimo presupponga l'uso delle mani».  Una severità che l'ufficio pisano del giudice di pace ha mostrato anche in altri casi, come in alcune recenti sentenze in cui sono state confermate le sanzioni ad automobilisti positivi all'etilometro mentre si trovavano nella loro auto parcheggiata. La linea seguita dai magistrati è l'interpretazione della volontà del legislatore volta a punire comunque i comportamenti potenzialmente pericolosi per l'incolumità propria e altrui.
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